Primo full-lenght per gli Immortal Rites, band tedesca dedita ad un death/black melodico di chiara matrice scandinava. Unici spunti di interesse di questo disco è qualche parte più groovy, qualche altra più epica (soprattutto nei riffs), qualche altra più oscura, una produzione (ad opera di Alex Krull degli Atrocity, che è presente anche su "United Scars Anthem") grezza e la presenza di Liv Kristine (ex Theatre Of Tragedy) su "Mirror Reflections", comunque superflua e trascurabile. Per il resto è tutto già sentito, già suonato, già abusato. Non sono malaccio, qualche cosa di buono riescono a combinare, ma davvero non se ne può più di certe bands che suonano tutte uguali, ogni volta è sempre più un'impresa arrivare a fine disco. E pensare che in Germania non scendono al di sotto dell’8,5, ed io che credevo che solo in Italia esistessero le marchette.
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