Copertina 9,5

Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2012
Durata:60 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. THOUGHTS LIKE HAMMERS
  2. DEATH IN THE EYES OF DAWN
  3. VEILBURNER
  4. ROOTS OF THE MOUNTAIN
  5. RIITIIR
  6. MATERAL
  7. STORM OF MEMORIES
  8. FORSAKEN

Line up

  • Ivar Bjørnson - chitarra, tastiere
  • Grutle Kjellson - basso, voce
  • Arve Isdal - chitarra
  • Cato Bekkevold - batteria
  • Herbrand Larsen - tastiere, voce

Voto medio utenti

Ne è passata di acqua sotto i ponti da Vikingligr Veldi nel 1994, che vedeva la devastante macchina da guerra epic black metal degli Enslaved affacciarsi alla conquista del mondo. Da allora, seguendo un iter comune ad altri nomi storici del black, la band è via via progredita verso nuovi orizzonti musicali, pur senza rinnegare le origini, ma contaminandole con
il progressive rock ed un certo tipo di psichedelia. Nel 2010 con Axioma Ethica Odini sono riusciti a spingersi ancora un po' più in là, rivelando una splendida vena poetica e regalandoci brani pervasi di melodie eteree ed arcane. Riitiir parte da dove terminava il precedente album, condividendone diverse caratteristiche ma ampliando l'importanza degli apporti vocali e musicali del tastierista Herbrand Larsen, cosa che si rivela di capitale importanza, permettendo un'ulteriore impennata qualitativa. Larsen ha una bellissima voce "d'altri tempi", che sembra uscita direttamente dal progressive degli anni '70 e che, unita alle suggestioni del suo strumento, apre nuovi scenari della mente. Il lavoro di mixaggio di Jens Bogren è stato egregio, riuscendo a fondere tutti i diversi stili e relativi mood presenti, da quelli più estremi, che rimandano ai loro esordi (riletti in chiave contemporanea), a quelli in cui le melodie prendono il controllo della situazione rivelando un gran senso dei dettagli e dell'armonia. Come sempre siamo di fronte a brani lunghi quasi come suite (il più breve è proprio la title track con i suoi cinque minuti), che spesso non hanno una netta linea di demarcazione, assomigliando ai vari passaggi di un'unica composizione. La opener Thoughts Like Hammers è come l'indice di un libro, rappresentando una summa di tutti gli elementi presenti in Riitiir. Veniamo immediatamente catturati da una attacco noise spaziale ed è solo il primo di varie parti sincopate e dissonanti che pescano direttamente da Nothingface dei Voivod; dopodiché arriva lo screaming di Grutle per poi lasciare il campo a Larsen e la parte finale viene resa suggestiva dai misteriosi arpeggi di chitarra e dal gioco di voci che si rincorrono, una vicina e l'altra lontana. La successiva Death in the Eyes of Dawn parte con il vocione death di Ivar, che si scioglie in intrecci di tastiera e synth sui quali una voce recita un incantesimo. Veilburner ci proietta direttamente nell'universo stellato, con melodie fra le più belle composte dagli Enslaved, e diventa Roots of the Mountain, altro masterpiece insieme a Thoughts like Hammers. Con tutto il furore di cui è capace la band sferra un attacco in puro black old style, sottolineato da imperiose tastiere; molto bello il guitar work, bellissimi i cori, dove clean vocals e death vocals si uniscono per accompagnarci in un crescendo emozionale di pari passo con il viaggio sciamanico intrapreso nel grembo della Natura. Picco melodico finale: dalle radici al punto più alto della montagna, dove, come direbbe Leopardi, si schiude l'infinito. Interessanti Materal e Storm of Memories. Nella prima l'attacco post rock ricorda un po' gli Alice in Chains; sulle percussioni quasi tribali si innesta un black alla Emperor e nella parte finale il lavoro chitarristico tocca i confini del power metal. Nella seconda il black metal si unisce nuovamente ai Voivod con risultati "cosmici". Forsaken chiude questo viaggio mistico dell'uomo non con un trionfo ma con un malinconico sentimento di fragilità. Melodie umbratili che richiamano nomi come Dinosaur Jr o Stone Temple Pilots, una tema di pianoforte misterioso e dissonante, synth krautrock, un'esplosione di epic black metal ed un ripiegamento finale. La sensazione è che gli Enslaved con questo album abbiano raggiunto l'apiceevolutivo/qualitativo. Staremo a vedere se si assesteranno su questa formula o decideranno di spingersi ancora oltre.
Recensione a cura di Laura Archini

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 06 ott 2012 alle 17:08

Disco meraviglioso. Adoro il karma del capo

Inserito il 04 ott 2012 alle 19:54

ahhah daiiii era una immagine casta, nessun membro maschile nei dintorni :D Riflettevo: quante volte, facendo (o avendo fatto, come nel mio caso) gli scribacchini musicali, avremo scritto la parola "membro"?

Inserito il 04 ott 2012 alle 19:05

è bello in effetti. bello bello bello bello. Immagine casta de che dai c'aveva tutto de fora! Grande Stiv! part. 2

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