Originari di Sydney, con alle spalle due album (l'esordio “
Extinction|Salvation” del 2007 e il successivo “
Our Ashes Built Mountains” del 2010), tornano i
Beyond Terror Beyond Grace, con una formazione completamente rinnovata, i cui unici superstiti sono i membri fondatori
Alex Nicholson (basso) e
Steve Smith (batteria) e con una nuova direzione stilistica.
Abbandonato il
grindcore degli esordi, si ripresentano sul mercato con questo nuovo “
Nadir”, confezionando un piccolo gioiello di
post-black/death metal maestoso e ispirato, un deciso cambio di rotta verso sonorità decisamente più intriganti.
Apre le danze “
Dusk”, brano caratterizzato dalle ritmiche serrate, con un incedere
black metal in senso più stretto, dal sapore quasi
old school per certi versi, arricchito da passaggi atmosferici, dove fanno ingresso le varie influenze “
post”.
La struttura si è fatta decisamente più complessa e maggiormente dilatata. Le canzoni scorrono senza lasciare un attimo di respiro, vuoi per la violenza che comunque scaturisce dalle note che lo vanno a comporre, vuoi per il pathos e l'intensità che ogni brano dell'album possiede.
Si va dalla a dir poco splendida “
Requiem for the Grey” alla lenta e catacombale “
The Blood of Time”, da “
Embracing Null” in cui si possono riscontrare elementi
shoegaze fino alla strumentale “
Nadir”.
Degna di menzione è “
Throetless Sirens”, dai toni quasi drone/noise, un brano a tratti ossessivo nel suo scavare nel profondo, con un crescendo che prende alla bocca dello stomaco, fino alla furiosa esplosione: da togliere il fiato.
Ben curate le linee vocali, incisive e brutali del nuovo singer
Blake Simpson e il lavoro di batteria, perfetto nel contesto dei brani e spesso punto focale delle composizioni.
Chiude l'album la strumentale “
Pathea”, un misto di
ambient e
noise, perfetta conclusione di questo
grandioso “
Nadir”.
Non sono molti i dischi in cui l'aggressività estrema riesce a coniugarsi ad un pathos e ad un'emotività rari. I
Beyond Terror Beyond Grace ci sono riusciti, producendo quello che è in assoluto il loro lavoro migliore e, a parere del sottoscritto, uno dei più bei dischi in ambito estremo dell'anno.
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