Abbastanza singolare questo “Live On KPFK 90.7 FM”, non tanto per la musica proposta, ma per il fatto di essere stato registrato durante uno show radiofonico con i brani introdotti e commentati da brevi interventi del DJ.
Gli Ohm sono un ottimo gruppo di jazz rock/fusion, che si rifà ai suoni proposti da bands come la Mahavishnu Orchestra, i Return to forever, i Brand X o quelli di chitarristi come Allan Holdsworth o Mike Stern. Non inganni la presenza di Chris Poland, noto per aver militato nei Megadeth (in “Killing is my business…” e “Peace sells …) o nel progetto di metal più progressivo denominato Damn the machine, nonché autore di un pregevole disco solista nel ’90 intitolato “Return to Metalopolis”; in questa formazione non vi è traccia di sonorità che siano riconducibili a quelle esperienze.
Come dicevamo, il loro power rock/fusion si rivolge a ben altri orizzonti e i musicisti coinvolti in questo progetto esprimono capacità tecniche stratosferiche: Chris dimostra di essere completamente a proprio agio anche in questa nuova veste e impressionano ancor di più lo sbalorditivo Robertino “Pag” Pagliari con il suo fretless bass (i due avevano già collaborato in una fusion/jazz band chiamata New Yorkers, con il compianto Gar Samuelson alla batteria, prima della chiamata di Dave Mustaine) e lo spettacoloso Kofi Baker, figlio del mitico Ginger (quando si dice la genetica!) il quale ha sostituito, dietro i tamburi, David Eagle, che aveva suonato nel debutto autointitolato degli Ohm, pubblicato nel 2003.
Le tracce incluse in questo cd sono in parte tratte proprio da quel debutto e in parte episodi assolutamente inediti.
Certamente, se non siete fans di questo genere, difficilmente potrete entusiasmarvi con la musica degli Ohm, ma vi garantisco che la linea melodica incastonata nell’intricata costruzione di “Photograph”, con il suo stupendo guitar solo, la grande “Peanut Buddha”, dove le scorie lontanamente hard di Poland si fondono con le fantasiose strutture ritmiche del duo Pag/Baker o l’eccezionale “Iguana”, che mescola straordinaria maestria esecutiva con linea chitarristica catchy e melodica, o ancora la complessa “Where’s my hat?” dai suoni un po’ alla Primus e la vagamente Hendrixiana “Jam’s at Toni” (registrata durante un altro concerto radiofonico, questa volta alla KSPC), sono brani che ogni appassionato di buona musica dovrebbe quantomeno provare ad ascoltare.
Ciò non toglie che questo disco rimanga un prodotto di non facilissima fruizione, soprattutto se non si è un po’ avvezzi a questi suoni e che quindi sia destinato ad un target di ascoltatori ben preciso e circoscritto.
Forse i nostri Ohm, talvolta persi nell’ostentazione delle loro capacità strumentali, smarriscono la strada dell'immediatezza e il disco effettivamente risulta essere, in qualche occasione, un po’ ostico, ma questo è un difetto che affligge parecchie delle produzioni di questo tipo e se la tecnica è a questi livelli, non resta che applaudire ed eventualmente … invidiare!
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