Nati a cavallo degli anni novanta sulle sponde del lago Bodom, i Throne of Chaos si impongono all'attenzione del pubblico finlandese nel 1999 con “Menace and Prayer”, e sia per la proposta musicale del gruppo (un black metal dalla forte componente tastieristica), sia per la vicinanza geografica, nascono i comprensibili paragoni con i Children of Bodom. Col successivo “Pervertigo” i Throne of Chaos cercano di scrollarsi di dosso l'impegnativo accostamento ed iniziano a far capolino nel sound del gruppo molteplici influenze e sonorità. Purtroppo la mancanza di un vero e proprio singer (su “Pervertigo” canta un session vocalist) e una generale mancanza di ispirazione impediscono al disco lasciare un segno nelle orecchie dell'ascoltatore. Nel novembre del 2003 esce in Finlandia il terzo disco della band , “Loss Angeles”, che solo in questi giorni viene pubblicato dalla Inside-Out nel resto del globo. Rispetto al precedente lavoro si può notare una decisa evoluzione nel sound del gruppo, che la label tedesca definisce “Psychedelic Progressive Metal”, una descrizione che non rende giustizia alla varietà di soluzioni adottate dal gruppo nel corso dei cinquanta minuti del disco: si passa senza grossi problemi dal progressive rock al death metal, toccando in alcuni casi l'hard rock, passando in maniera convincente da sonorità più tirate ad aperture più melodiche e rilassate (anche un break in stile jazz club!), ricordando in alcuni frangenti gli Amorphis più psichedelici degli ultimi dischi. Proprio per evidenziare un netto cambiamento da quello che era il sound dei Throne of Chaos, i sei ragazzi finlandesi hanno deciso di cambiare nome al gruppo, optando per il più semplice (e meno lugubre) TOC. Il disco vede anche la presenza del nuovo cantante Tuomas Nieminen, in possesso di una voce alta e pulita, non particolarmente tecnica ma sicuramente efficace e personale, che ben si adatta al sound dei TOC. Notevole la preperazione strumentale dei ragazzi finlandesi, dimostrata ampiamente nelle due cover che chiudono il disco: la prima è una riproposizione energica e rabbiosa di “Smoke on the Water”, la seconda una versione piuttosto fedele di “Nightcrawler”. Con “Loss Angeles” i TOC sono riusciti a dimostrare tutte le loro qualità, dando vita ad un album convincente e vario. Sarà sufficiente per spiccare il volo?
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