Stanchi di sentir parlare (anche se il problema maggiore è poi quello di subirne gli effetti!) di crisi e congiuntura? Definizioni come
default,
spread,
fiscal compact e
spending review, continuamente evocate in ogni occasione possibile, vi deprimono e vi creano ormai violente reazioni allergiche?
Volete, anche solo per brevi periodi e in maniera “virtuale”, allontanarvi dalla recessione del 2012 e buttarvi a capofitto “nell’edonismo reaganiano” dell’America anni ottanta, quando tutto
appariva facile, possibile, divertente, spensierato e in cui i pantaloni attillati di pelle (se non addirittura gli
spandex dai colori sgargianti e le tutine leopardate …) erano un abbigliamento
cool e dosi massicce di
hairspray non sembravano essere un danno per l’ambiente?
E ancora … conoscete già a memoria la “vita” (dissoluta) e le “opere” (prorompenti) delle celebrità dell’
hair metal e dei loro epigoni, o magari considerate questi ultimi troppo poco credibili, se non addirittura eccessivamente “imitativi”?
Nel caso le risposte al summenzionato breve
questionario siano affermative, il suggerimento è di affidarsi con tranquillità alla Eönian Records, etichetta specializzata nelle “riesumazioni” di formazioni “oscure”, appartenenti genericamente proprio a quella corrente espressiva passata alla “storia” come la più
gioiosa,
viziosa,
trascinante e
disimpegnata forma di
metallo musicale.
Gruppi di qualità spesso notevole, arrivati ad un passo dal successo, rastrellati e lusingati nel momento di massimo fulgore del genere e poi abbandonati per
sfighe di varia natura, oppure solo perché nel frattempo, i refoli di una tempesta chiamata
grunge stavano già distogliendo l‘attenzione del famelico e opportunista
business discografico internazionale … gente come High Noon, Shake City (i “cuginetti” dei Warrant) Charlemagne, Stg. Roxx, i cristiani Legacy, … e come questi
YoungBlood, “figli legittimi” prima di tutto di Slaughter, Vinnie Vincent Invasion e Steelheart (Bobby Sisk è un grande ammiratore delle
high-pitched vocals …) e poi di tutta quella generazione di Danger Danger, Trixter, GnR, Poison, Firehouse, Skid Row, ecc. che tanto ha acceso le fantasie e allietato gli apparati
cardio-uditivi di tutti quei
rockers che considerano l’
esteriorità, la
trasgressione e la
ruffianeria come la coreografica e attraente cornice di una prestazione
tecnico-compositiva di livello.
Questo “No retreat” originariamente registrato nel 1989 per la Sony / Epic Records e finora mai pubblicato, viene ora remixato e rimasterizzato per la soddisfazione di tutti i suddetti, che nei suoi solchi troveranno la carica straripante degli
anthems e la seduzione dell’
hard rock più bollente (“Pump it up”, "Love is all around”, “Get down to it”, “Heat of the passion”, “Find a way” o ancora la Motley Crue-
esque “Don't play with my head”) contrapposte al romanticismo virile delle
ballads ad alto contenuto adescante ("Coming home”, “My one and only”), il tutto condito da un pizzico di
feeling blues (“Sock it to me”, "Save your lies”, “Taste of your lovin'”, “I love you”), per un disco pieno, graffiante e brioso, capace di condurvi istantaneamente nelle atmosfere lascive del
Sunset Strip senza fatica alcuna.
Non mancano, inoltre, un paio di situazioni leggermente meno “tipiche”, in cui gli statunitensi dimostrano la dovizia della loro “cultura” (“Back in my life”, con reminiscenze di The Who) o sfumature vagamente “moderne” (i tenui bagliori alla Simple Minds di “Feel thang”), ma nemmeno questo fu sufficiente a gratificarli, come avrebbero meritato, con un’affermazione degna dei loro tanti colleghi di settore più “fortunati”.
Plauso sincero a questi ottimi YoungBlood e alla Eönian, dunque, una label
benemerita che sta svolgendo davvero un lavoro egregio e
legittimo, sfruttando questa “voglia di anni ottanta” che non accenna ad estinguersi e che alimenta le prestazioni di tante “new sensations” talvolta assai meno valide dei brillanti
carneadi presenti nel suo encomiabile
roster.