Partiamo dai protagonisti.
Scott Kelly e
Steve Von Till, membri fondatori dei seminali Neurosis.
Scott “Wino” Weinrich, cantante e chitarrista parte di vari gruppi più o meno celebri, il cui timbro vocale rimane un marchio di fabbrica inconfondibile.
Townes Van Zandt, cantautore texano celebre per il suo carattere riservato e schivo, scomparso nel 1997, tributato da più parti come uno degli esponenti più carismatici del folk statunitense.
Cosa ci troviamo dunque ad ascoltare?
Un disco intimo, di sole chitarre e voci. Un tributo a un poeta in musica, difficilmente fruibile dal grande pubblico, però, nonché dall’utente medio abituato a conoscere questi musicisti in altre vesti.
La mia impressione è che, per sopportare e amare questo album, oltre al folk americano più malinconico, dovete adorare anche le sperimentazioni e armarvi di tanta pazienza e tranquillità, oltre ad essere decisamente aperti di mentalità.
Sostenere nove pezzi lentissimi di chitarra e voce non è semplice, ma se siete in grado di farlo ecco una splendida occasione per voi.
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