Chi si rivede! La prog band di Detroit ci aveva lasciato nel '99 col terzo lavoro "Present of mind", che aveva attirato l'attenzione di Mike Portnoy al punto che li volle di supporto al tour dei Dream Theater (suonarono ad Assago), da allora un lungo silenzio che pare sia servito a rifinire al meglio il proprio sound, fatto di prog rock strumentale ed atmosferico, aggressivo solo a tratti e molto debitore più ai Rush che ai Theater, non a caso il produttore è ancora Terry Brown e l'artwork di Hugh Syme (Rush, Aerosmith, ricordo che la copertina di "Present of mind" vedeva in bella mostra un cervello infiocchettato di "Rushiana" memoria). Si comincia con la title-track di ben 17 minuti (non sarebbe stato meglio metterla alla fine?), brano che logicamente richiede diversi ascolti, pieno di cambi di tempo purtroppo non tutti azzeccati, ampio spazio alle parti strumentali in stile Rush, Enchant, non si va mai troppo sul "pesante", la voce di Rarick è come l'avevamo lasciata anni fa, impostata su timbri alla Geddy Lee, veniamo ora alle canzoni vere e proprie: "Remember to forget" nulla toglie e nulla aggiunge ai lavori precedenti (mi chiedo a cosa siano serviti tutti questi anni per rifinire il sound), ci sono belle melodie ed un gran lavoro di chitarra, così come in "All she knows" e "Capture the flag" (con riferimenti ai Rush del periodo "Hold your fire", "Power windows"), mentre i 9 minuti di "Spindrift" servono a creare diversi cambi di tempo e a dare più spazio alle parti di chitarra, le tastiere fanno solo da sottofondo (ma anche qui è roba già sentita), "Tear-water tea" è una ballad emozionale ed atmosferica che si avvale del contributo di un violino che fa molto "Dust in the wind!. "Slippers in the snow" è anch'essa lenta nel suo incedere e celestiale, anche qui arricchita da pianoforte, violini e mandolino. Tre i brani strumentali: "Stop -gap" parte in stile jazz-fusion e si sviluppa in chiave prog (tipo "La Villa Strangiato"), "Unicornicopia" è un duetto pianoforte-violino di struggente bellezza, mentre "A.O2" vede protagonisti chitarra e mandolino.
Francamente dopo un tale silenzio mi aspettavo qualcosa di meglio, consiglio quindi l'acquisto solo a chi ha già i loro precedenti cd, per chi li volesse al meglio della forma invece è meglio comprare "Fence the clear"(1997).
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