Dopo oltre vent’anni di carriera, può capitare che le forze siano un po’ in declino e che si incorra in un passo falso. Pur non essendo una delle band più significative del panorama power, i francesi
Lonewolf hanno in passato dato prova di perseveranza e fiducia nei propri mezzi, sfornando un numero discreto di dischi pur tra varie difficoltà. Questo nuovo album, però, purtroppo, alla prova dei ripetuti ascolti risulta in fin dei conti noioso e ben poco trascinante.
Più o meno, immaginatevi di avere di fronte qualcosa di simile ai Grave Digger, pur non avendone assolutamente l’efficacia e l’impronta. La cosa che convince meno è la scelta di arrangiare in questo modo le tracce di chitarra, con riff spesso soppiantati da grattuggiate e sequele di note furibonde e un po’ fini a sé stesse, tentando di ripercorrere la strada che tanto celebri ha reso i Blind Guardian, ma senza nemmeno riuscire ad avvicinarcisi. Anche la voce risulta troppo approssimativa, per altro penalizzata da melodie non certo indimenticabili e da parti strumentali non proprio perfette.
Se non fossero ormai dei veterani, direi che c’è tanto lavoro da fare. Qui non so cosa ci sia da fare, ma di sicuro pubblicare album così non consentirà ai Lonewolf di uscire da quell’anonimato che fino ad oggi ne ha bene o male contraddistinto la carriera.
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