La mia collega
Laura ha scritto una recensione esaustiva, nonchè ottima, di quello che è il nuovo lavoro dei
Blut Aus Nord.
La perfetta chiusura del cerchio di un percorso iniziato con il primo episodio di questa trilogia musicale, percorso che affonda le sue radici, e le sue motivazioni, in una lunga esperienza in un estremo musicale che non si è mai posto limiti particolari.
Non vi parlerò, dunque, di
"777 - Cosmosophy" dal punto di vista tecnico, non vi dirò delle sue varie anime, delle diverse influenze che vivono tra i suoi solchi.
No.
Vi dirò solo che questo è un album semplicemente meraviglioso.
Freddo.
Sintetico.
Plumbeo.
Capace di descrivere paesaggi immensi dinnanzi agli occhi.
E vi dirò cosa non è.
Non è black metal.
Va assolutamente oltre il concetto di musica nera forgiato in Norvegia.
"777 - Cosmosophy" è la destrutturazione del verbo della nera fiamma all'interno di nuove spirali sonore che sanno essere affascinanti, inquietanti e accoglienti al tempo stesso, senza rinunciare nemmeno per un attimo ad una fortissima personalità.
Vindsval, il cuore pulsante di
Blut Aus Nord, è un innovatore. Un innovatore che per essere tale conosce molto bene il passato e lo sa reinterpretare alla luce, flebile e morente, del mondo dipinto dai suoi album. E
"777 - Cosmosophy" non fa eccezione.
La luce continua a diventare sempre più tenue, più distante fino ad essere un semplice punto che giace in lontananza e verso il quale le cinque Epitomi che compongono il disco tendono minacciose come a voler spegnere anche quell'ultimo barlume di speranza.
L'asetticità ed il gelido acciaio dei macchinari stanno uccidendo la speranza.
Blut Aus Nord ne sta interpretando, severo, la fine.
Capolavoro.
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