Il fenomeno revival, inizialmente partito dal thrash metal, si sta espandendo a macchia d'olio ed ha finito per contgiare anche il nostro caro ed amatissimo death metal: sono molte le band che negli ultimi mesi sono uscite dalle loro cantine per riproporre il sound morboso tanto caro a Nihilist, Dismember, Autopsy e via discorrendo. Già dal logo "scippato" ai defunti Dismember, appare evidente che gli olandesi
Entrapment fanno parte di questo calderone, anche se dietro a questo monicker si cela il solo
Michel Jonker che in questo
"The Obscurity Within" si è occupato di tutti gli strumenti e del cantato: a dispetto del logo, va segnalato tuttavia che gli Entrapment propongono un death metal nettamente più vicino agli
Autopsy di
Chris Reifert (come bene esemplifica la titletrack), con parti grezze e veloci, decisamente scevre da ogni tipo di raffinatezza musicale, e gli immancabili rallentamenti, talvolta sottolineati da assoli sgraziati e tutti imperniati sull'uso della leva del tremolo. Se da un lato è apprezzabile l'impegno e certamente la passione che Jonker ha profuso in questo progetto, dall'altro bisogna fare i conti con una proposta musicale in primis assai derivativa (ma questo è l'ultimo dei problemi) ed in secundis non sufficientemente convincente nè ficcante: i pezzi in sè infatti non lasciano molto di sè dopo il loro passaggio, penalizzati forse da un songwriting ancora da affinare e perfezionare. Sicuramente i death freaks più ortodossi ed intransigenti troveranno "The Obscurity Within" interessante, ma il rischio per gli Entrapment è che la sempre crescente e spietata concorrenza in ambito death revival (mi vengono in mente i Morbus Chron, che pur muovendosi nei medesimi territori musicali sono decisamente superiori) li tenga relegati in un angolino nel buio.
Come diceva una nota pubblicità...
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