Geoff Tate signori. Una leggenda del firmamento Metal mondiale. Trenta e passa anni di onorata carriera vissuti tutti per essere stato l'apprezzatissimo singer dei Queensryche. Album fondamentali come “
Queensryche”, “
Rage for order” e “
The warning” che hanno venduto 500 mila copie a testa e l'indimenticabile “
Operation:Mindcrime” con i suoi tre milioni di copie vendute possono tranquillamente far capire di cosa stiamo effettivamente parlando. Un baluardo!
E' normale quindi che ci si pone al suo cospetto con tutto il bene e il rispetto del mondo anche ben sapendo di non poter, nella maniera più assoluta, pensare di poter riarrivare a quei livelli artistici. E soprattutto sapendo che il background musicale di Geoff non nasce nel mondo Metal ma in quello del Rock. Si, Geoff tate è diventato uno stimatissimo cantante Metal, tra i più grandi del firmamento, ma le sue radici sono altre, molto più Rock oriented per intenderci. Prima di entrare nella fondamentale band di Seattle il singer suonava in band Rock e lui si è sempre reputato un cantante lontano dal Metal.
E questo nuovo lavoro da solista è, chiariamolo subito, un Rock album. Con qualche piccolo accenno al Rock Alternative degli anni '90 in stile ultimi (ed insignificanti) Dokken tanto per citarne qualcuno. Scordatevi i chitarroni Metal, le strutture Prog e gli assoli epici ed indimenticabili di
Chris De Garmo nei Queensryche. Il questo lavoro si “parla” Rock. Solo Rock!
Però sorge un problema enorme. Come riuscire a fare un Rock di classe? Soprattutto il buon Tate è capace di ciò? Il responso è per certi versi disarmante perchè la verità è assolutamente negativa!
“Kings & Thieves” è un lavoro di uno staticismo musicale incredibile. I brani sono tutti piatti, scialbi, a tratti veramente snervanti. Tutti assolutamente uguali, stessa struttura, stessa linea melodica. Riesci a non distinguerli l'uno dall'altro. Un pianto! Ci si aspetta il picco in qualche canzone e invece il nulla. Il buio più assoluto. Non ci sono accenni al Blues o all'Hard Rock di classe. Nulla.
E allora ti assale la tristezza, la noia e la malinconia per il periodo d'oro che fu. E che (probabilmente) non tornerà mai più.
Che i Queensryche avessero ragione a mandarlo via? Non lo voglio nemmeno pensare, però...
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