Copertina 8

Info

Anno di uscita:2012
Durata:44 min.
Etichetta:Razor & Tie Entertainment

Tracklist

  1. THE VEIL OF ISIS
  2. CLOAK OF FEATHERS
  3. ARCANE MONTANE
  4. THE HIDDEN MASTERS
  5. DYING EARTH
  6. EXECRATOR
  7. SEVEN SISTERS
  8. HAWKS & SERPENTS
  9. EYES OF THE STORMWITCH
  10. APOCRYPHON

Line up

  • J. D. Cronise: vocals, guitar
  • Kyle Shutt: guitar
  • Brian Ritchie: bass
  • Jimmy Vela: drums

Voto medio utenti

Il quarto lavoro della band texana porta con sè alcune piccole novità: cambia nuovamente la casa discografica, ora Razor & Tie; per la prima volta non è registrato in Texas bensì a Baltimora, Maryland, insieme al produttore J. Robbins che ha già lavorato con i Clutch; c’è un nuovo batterista, Santiago “Jimmy” Vela III, entrato in squadra alla fine dell’anno scorso. Inoltre i testi riguardano i vangeli apocrifi ed i segreti occulti che è meglio non vengano rivelati, o qualcosa del genere.
Ciò che non è mutato è lo stile del gruppo: hard rock e heavy metal con un pizzico di leggera psichedelia, tutto elaborato con mentalità stoner. Un sound personale, dove la chitarra di Kyle Shutt passa continuamente da un rifferama molto marcato ad impennate solistiche di matrice seventies, la voce di Cronise conferma i suoi toni urgenti ed enfatici e la ritmica segue abilmente le acrobazie delle sei corde.
“The veil of Isis” apre le danze unendo alla complessità strutturale la tematica del ciclo della vita, nascita e morte, rigenerazione e rinascita, tanto per confermare gli studi esoterici compiuti dal cantante negli ultimi tempi. Hard rock massiccio per “Cloak of feathers” e “Hawks & serpents”, grandi pezzi per groove e respiro melodico, più metalliche la cadenzata e doomeggiante “Dying earth” ed il tiro fulminante di “Execrator”, mentre “The hidden masters” racchiude le frequenti giravolte ritmiche in un sottile velo psichedelico e “Arcane montane” è ravvivata dagli assoli sempre stimolanti targati The Sword, ormai una garanzia di qualità.
La title-track chiude il disco riassumendo la proposta degli americani: complessità di songwriting, tecnica di alto livello, fantasia e freschezza, reminiscenze settantiane e sfuriate di purissimo metal, atmosfera evocativa e perfino qualche cenno elettronico. Finale impressionante.
Ennesima conferma giunta in questo prolifico anno, i The Sword mantengono la loro posizione elevata nel gruppetto di formazioni che rileggono il classic metal in modo attuale, in compagnia dei vari Saviours, Bible of the Devil, Blood on the Sun, Horisont ed altri.

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