Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:51 min.
Etichetta:Escape
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. NEON DREAMING
  2. TOO CLOSE TO THE SUN
  3. MORNING RAIN
  4. THE WILD BOYS
  5. SNAKECHARMER
  6. TICKET TO SILENCE
  7. HEAVEN BEYOND
  8. RUNNING OUT OF LIES
  9. MIDNITE CLUB
  10. WHAT THE MIRROR ONLY KNOWS
  11. THOUGHTS AWAY

Line up

  • Carsten Schultz: vocals
  • Stephen Seger: guitars
  • Andy Keller: bass
  • Holger Seger: keyboards
  • Bernd Herrmann: drums

Voto medio utenti

Fondati dal chitarrista Stephen Seger, i teutonici Midnite Club riuniscono ex membri di Domain, Evidence One e Frontline. "Running Out Of Lies", primo album al loro attivo, è stato inciso nel 2003 ma contiene 11 brani in perfetto stile hard rock anni '80. Il sound della novella formazione tedesca ricorda quello di molte hair bands che imperversavano in quel periodo: cori, tastiere, assoli di chitarra e tutto il resto. I primi due brani ad aprire le danze, "Neon Dreaming" e "Too Close To The Sun" non eccellono in originalità ma sono veloci e di facile presa, gli assoli fluidi e le tastiere impreziosiscono il tutto. Segue "Morning Rain" accattivante semi-ballad arricchita dalle chitarre acustiche, track marcatamente Bon Jovi. "The Wild Boys" è l'episodio migliore dell'album, un po' per il coraggio di aver inciso una cover dei Duran Duran, ma più che altro perché questa versione hard rock si adatta talmente bene al successo di Simon LeBon che fa quasi venir voglia di ascoltare l'originale. Decisamente ben riuscite le altre due ballads "Thoughts Away", in cui figura come ospite il chitarrista Robby Boebel dei Frontline, e "Midnite Club", in realtà una semi-ballad, entrambe coinvolgenti ma mai stucchevoli. Le altre tracce sono rock melodico dal sound datato; non sono epifanie sonore ma sono comunque piacevoli.
Per apprezzare appieno questa release bisognerebbe ridurre al minimo i confronti con le formazioni che l'hanno ispirata ed, eventualmente, dimenticare di aver vissuto gli anni '80. Insomma, questo disco va ascoltato come se fosse il primo del genere a venir pubblicato. Altrimenti non vale la pena possederlo.
Recensione a cura di Elena Mascaro

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