Un superfluo che piace. Non amo ripetermi, ma questa volta sono
costretto a farlo (consapevolmente), dacchè con questo concetto terminavo la mia breve disamina su “Spirit of the night” e oggi lo estendo, a due anni di distanza, ad un altro
live album degli
Asia, titolo “Resonance”.
Certo, si potrebbe discutere a lungo sulla scelta di rimpolpare ulteriormente la discografia del gruppo, già ricca di antologie e registrazioni dal vivo, di un altro tassello di questo tipo, ma poi l’ascolto di questo doppio Cd (a cui si aggiunge un Dvd, non disponibile per la recensione) catturato a Basilea nel 2010 arriva a mitigare ogni “cattivo pensiero”.
Come si fa a criticare
accanitamente l’ennesimo esempio di stile ineccepibile e di
pathos palpabile, in cui le canzoni più recenti e meno famose non sfigurano per nulla con il materiale più datato, quello per intenderci che ogni
fan del
pomp-prog-rock (con velleità “commerciali”) ha scolpito direttamente nei propri gangli sensoriali?
Impossibile … e così ben vengano le varie “I Believe”, “Holy war”, “Never again”, la splendida “Through my veins”, “Finger on the trigger” e “End of the world” mescolate senza timori reverenziali assieme a “Don't cry” (in un’emozionante versione
unplugged), “The smile has left your eyes”, “Time again”, “Sole survivor” e “Go”, fino al trionfale monumento “Heat of the moment” (cantato da tutto il pubblico …), in un tripudio di precisione tecnica (con gli immancabili “momenti di gloria” personale riservati a Howe e Palmer …), intensità emotivo – interpretativa, toccante lirismo ed esuberante vitalità esecutiva, per la rinnovata gioia dei sostenitori più affezionati, che, sono certo, indifferenti ai termini di un’operazione un po’ “ambigua”, non potranno che aggiungere anche questo “Resonance” alla loro preziosa collezione di dischi.
Per tutti gli altri, rimane un prodotto di gran classe e notevole
qualità, non “indispensabile” magari e tuttavia degno di un giudizio ampiamente favorevole, computato come la media pesata di una valutazione differenziata … molto alta sotto il profilo artistico, leggermente meno sotto quello “etico” … tenendo conto, altresì, dell’imponente
quantità del materiale a disposizione, un bel sette, completamente meritato.
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