Quarto album per i finlandesi
Masterstroke che assieme ai
Mercenary si presentano come vero quarto mistero di Fatima: com'è che una band che si rifà in maniera così evidente ai
Nevermore, assieme ai già citati danesi, riesce a conquistarmi in maniera così netta ed immediata quando invece la band di
Warrel Dane, nonostante miliardi di ascolti tra
Dead Heart in a Dead World e
Dreaming Neon Black, mi irrita come una grattata agli occhi con le dita inzuppate di peperoncino?
E' una cosa che veramente non riuscirò mai a spiegarmi ma tant'è, "
Broken" vira pesantemente in quella direzione musicale e possiamo tranquillamente affermare che
Niko Rahuala e soci hanno scelto la strada giusta: non che prima fossero una band da due soldi ed una lira, tutt'altro, ma il mezzo power metal melodico mezzo thrash europeo forse era un po' troppo banale e scontato per farli emergere tra una tonnellata di gruppi tutti uguali.
Certo, la derivazione è sempre palese, come detto i Nevermore fanno capolino di continuo, ma quella vena un po' depressiva un po' malinconica unite al gran gusto della melodia (che hanno un po' tutte le formazioni scandinave) ed alla bella voce di Niko fà sì che il nuovo sound si adatti mooooolto meglio di Masterstroke rispetto alle influenze precedenti alla
Angel Dust o
Symphorce.
Veramente a volte sembra di ascoltare i
Mercenary in versione clean vocals, i ritornelli hanno un tiro incredibile pur non scadendo mai nella mielosità, i brani presentano un riffing work efficace e mai intricato, a volte si pigia più pesantemente sull'acceleratore ma gli assoli tradiscono (fortunatamente, perchè sono ottimi!) l'impostazione heavy classic dei Masterstroke.
La composizione ed il minutaggio del disco, 8 tracce per 36 minuti di musica, sono molto ottantiane e davvero rimpiangiamo quei tempi, quando nella cassettina da 46 si mettevano quattro brani nel lato A e gli ultimi 4 nel lato B e tutti vivevano felici e contenti, memorizzando all'istante canzoni, titoli e tutto il resto. Evviva!
"
The Eye", "
Seeds of Chaos", la title track, sono tutti episodi super convincenti e fanno di "Broken", a nostro avviso, il lavoro più riuscito della discografia dei nostri simpatici finlandesi.
Se amate le sonorità descritte fateli vostri ad occhi chiusi e poi magari spiegatemi perchè mi piacciono loro ed i Nevermore no.
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