Ci possono essere solo due motivazioni plausibili per non apprezzare questo corposo “Live at the Mystic” dei favolosi
Y&T … non amare i dischi dal vivo “veri” e veraci o avere pessimi gusti musicali.
Beh, forse ho esagerato un
po’ nella seconda parte della precedente affermazione, ma sinceramente faccio molta “fatica” ad accettare che qualche
rockofilo possa rimanere impassibile di fronte all’
hard cromato, sanguigno e di gran classe dei californiani, da considerare, e lo ribadisco con determinazione ancora una volta, tra gli autorevoli pionieri della scuola a stelle e strisce del genere, assieme a Starz, Legs Diamond, Angel, Montrose, Van Halen e Kiss.
I
fans del gruppo, poi, che ben conoscono le capacità “on stage” dei loro beniamini (in passato ostentate anche in situazioni importanti come Monsters Of Rock e Reading Festival, tra le altre) non si lasceranno scappare l’occasione di saggiare nuovamente (questo inderogabile “fondamentale”, tipico di ogni
rock band che si rispetti, è abbastanza presente nella loro ricca discografia …) le doti di Dave Meniketti & C. impegnati, in due serate del novembre 2011, a dimostrare al “mondo” quanta energia ci sia ancora nei loro spiriti indomabili e quanta forza espressiva sappiano sprigionare le loro canzoni, in un flusso praticamente “indistinguibile” tra “ieri” e “oggi”.
Una
tracklist sufficientemente equilibrata, in cui l’ultimo eccellente “Facemelter” è, per ovvie ragioni, ampiamente rappresentato, e che tuttavia non dimentica di celebrare il
glorioso passato del gruppo (“Earthshaker” il più “saccheggiato”, seguito da “Black Tiger”, “Mean streak” e “Ten” …), riuscirà a regalarvi scosse e “buone vibrazioni”, tra
mid prorompenti, trascinanti
heavy n’ roll, melodie vincenti e virili
hard-blues (alla Whitesnake, per fornire qualche ulteriore riferimento agli eventuali neofiti …), il tutto spesso offerto in formati esecutivi “naturalmente” dilatati (un esempio per tutti i dieci minuti abbondanti della fremente “I believe in you” …) rispetto ai loro corrispettivi da studio e pregno di quel
feeling capace di coinvolgerti quasi come se fossi lì in mezzo al pubblico a cantare e agitarti, e non nella tua “stanza della musica” a fare lo “scemo” (almeno è così che mi diceva in “gioventù” mia madre, mentre oggi, ormai priva di ogni speranza di “rinsavimento”, si limita a pensarlo …) di fronte al tuo fedele impianto stereofonico (per piacere, niente
iPod e roba simile …), mettendo a dura prova l’affidabilità degli altoparlanti e la “pazienza” dei vicini di casa.
L’ultima notazione la spendiamo per un doveroso ricordo a chi ha contribuito a creare questa fiammeggiante “magia” e non c’è più (Phil Kennemore R.I.P.) e per un plauso speciale all’inossidabile Meniketti, abile pure nello scegliersi i sodali giusti per mantenere straordinariamente “sulla breccia” i Y&T … dal 1974 sinonimo di puro
hard n’ heavy yankee a 24 carati.
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