Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2012
Durata:46 min.
Etichetta:Hydrant Music

Tracklist

  1. APOCALYPTIC NIGHTMARE
  2. EMPIRE
  3. WE FIGHT
  4. BLOOD OF GENERATIONS
  5. BURNING STAR
  6. CRY FOR FREEDOM
  7. ALONE
  8. REIGN OF TERROR
  9. STILL AWAKE
  10. THE MAN WHO KILLED THE SUN
  11. METAL HAMMER

Line up

  • Andrea Martongelli: guitars, vocals
  • Damian Perazzini: bass
  • Fabio D.: vocals
  • Paolo Caridi: drums

Voto medio utenti

I nuovi Arthemis proseguono lungo quel percorso musicale che si era già iniziato ad intravedere su "Black Society" e sviluppato poi in maniera più marcata su "Heroes" … e lo fanno pure meglio!

A partire dalla prestazione di un Fabio Dessi assolutamente convincente, vocalist che, alla seconda presenza tra le fila degli Arthemis, si esalta in composizioni che suonano più quadrate e dirette di quanto ci avevano fatto ascoltare in precedenza, sopratutto se pensiamo ai loro esordi sotto le insegne del Power & Speed Metal, senza che questo comunque sottintenda ad un album monotono e monotematico.
Anzi, le varie canzoni sono la testimonianza di un songwriting vario e di assoluto spessore, come lo è la prova dei singoli musicisti, oltre a quella del già citato cantante, a partire dal chitarrista Andrea Martongelli (ormai unico superstite della line-up originale), sino alla devastante e puntuale sezione ritmica composta da Damian Perazzini e Paolo Caridi.

In più di un'occasione alcuni brani (come nel caso di "Empire" o "We Fight") mi hanno fatto venire in mente i miglior Dream Evil: quelli meno leziosi e più affilati, tuttavia gli Arthemis - pur nei limiti concessi dal genere - mostrano un'invidiabile versatilità e spunti interessanti, lesti a ribadire la personalità e la convinzione della loro proposta musicale: un Heavy Metal che li vede affrontare con un approccio fresco e moderno le più classiche sonorità.

Se un paio di pezzi come "Cry for Freedom" o "Reign of Terror" mostrano pulsazioni al limite del Thrash, o se "The Man Who Killed the Sun" si segnala per la sua varietà, mi fa piacere sottolineare come anche nell'affrontare l'inevitabile ballad di routine, nello specifico "Alone", gli Arthemis lo facciano con gusto e con un'inaspettata originalità, grazie anche all'impiego di synth e qualche effetto.

Pur avendo affrontato diversi cambi di formazione e nell'indirizzo stilistico, nel corso degli anni una costante degli Arthemis è sempre stata l'elevata qualità della loro proposta, anche per questo, oltre al valore effettivo di "We Fight", meritano tutto il nostro riconoscimento e supporto.

Loro combattono... e noi combattiamo al loro fianco.

Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 22 dic 2012 alle 00:12

Perbacco... su "Heroes" l'avevo azzeccato :P Grazie per la segnalazione. S.

Inserito il 21 dic 2012 alle 18:10

unico appunto, Fabio DeSSi :)

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