Di solito faccio davvero poca fatica a distruggere in una manciata di parole una band pseudo gothic con voci femminile e maschile che si alternano in un turbinio di symphonic, power e melodic metal.
E invece questa volta ne viene fuori un 7 convinto, perché qui si suona metal e non si cazzeggia nemmeno per un momento. Un gusto melodico raro, che vive soprattutto nei refrain ma che domina incontrastato l’intero lavoro, tra riff potenti e pezzi trascinanti.
La band bavarese riesce a costruire un album gradevole dall’inizio alla fine, in cui l’unico passo falso probabilmente è rappresentato proprio dalla title-track, che richiama fin troppo gli echi di tutto ciò che odio sentire quando una donzella arriva a capitanare una metal band.
Non aspettatevi niente di nuovo, perché in effetti la carica innovativa di Inner Silence è decisamente bassa. Ma gli Envinya paiono aver in testa molto bene cosa vogliono suonare. Quello che è piaciuto a me è la voglia di spingersi oltre la piattissima media del genere, che c’è e si sente tutta. Secondo me vanno premiati, dategli una chance.
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