Copertina 7

Info

Anno di uscita:2011
Durata:45 min.
Etichetta:Spinefarm Records

Tracklist

  1. DICEMBRÉ
  2. STORM BEFORE THE CALM
  3. FROST UPON THEIR GRAVES
  4. CÁHCERAVGA
  5. SHACKLES OF THE MOIRAI
  6. THE WRIT OF SWORD
  7. GEADGÁI
  8. SILVER AND BONES
  9. SON OF NORTH

Line up

  • Jakke Viitala: guitars, bass, orchestration, programming
  • Helena Haaparanta: vocals
  • Mikko Häkkinen: vocals
  • Miska Sipiläinen: bass
  • Janne Jukarainen: drums

Voto medio utenti

E' ancora un guerriero armato di lancia a campeggiare sulla copertina di un album dei Crimfall, il secondo dopo l'esordio "As the Path Unfolds...", dal quale il nuovo "The Writ of Sword" non solo ricalca le coordinate musicali, ma riparte anche da dove era terminato, passando quindi dalla delicata ed acustica "Novembre" a "Dicembre", altro brano strumentale breve e decisamente meno evocativo, cui è assegnato il mero compito di guidarci sul campo di battaglia.

Ad affrontarla, tra le fila dei Crimfall oltre al leader e chitarrista Jakke Vitala ritroviamo i due cantanti che avevamo già incrociato ai tempi dell'esordio, Helena Haaparanta (la ricordo anche nei Tacere) e Mikko Häkkinen, voci diverse ma complementari, tanto brutale lui quanto armoniosa lei. Al terzetto storico si è ora aggiunta una sezione ritmica composta dal bassista Miska Sipiläinen e da Janne Jukarainen alla batteria, per completare una line-up già pronta allo scontro sin dalla prima vera canzone del disco, la tellurica "Storm Before the Calm", alla quale comunque si fanno preferire la seguente "Frost upon Their Graves" (con quegli azzeccati accenni tribali) e pure "Shackles of The Moirai" (dove mi è sembrato di riconoscere Mathias Nygård dei Turisas, uno dei tanti guest presenti sull'album), canzoni che mostrano una maggior varietà e dinamicità. E non sono male nemmeno la battagliera e rutilante titletrack, o l'evocativa e largamente orchestrale, con largo sfoggio di strumenti folk nei suoi otto minuti di durata, "Silver and Bones".

Forse si poteva fare qualcosa di meglio a livello di un guitarwork che, tranne nei suoi momenti acustici, risulta poco incisivo, e nell'ingentilire un po' le vocals di Mikko Häkkinen, ad ogni modo, come ho già avuto modo di sottolineare: nessuna grande novità ma anche nessun cedimento.

Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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