Eversin - Tears On The Face Of God

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2012
Durata:46 min.
Etichetta:My Kingdom Music

Tracklist

  1. FOR THE GLORY OF MEN
  2. PROPHET OF PEACE
  3. NIGHTBLASTER
  4. TEARS ON THE FACE OF GOD
  5. NUCLEAR WINTER
  6. DEATH INC.
  7. THE TALE OF A DYING SOLDIER
  8. UNDER THE OCEAN

Line up

  • Angelo Ferrante: vocals
  • Giangabriele Lo Pilato: guitars
  • Ignazio Nicastro: bass, filtered & growling voice
  • Giuseppe Campisi: drums

Voto medio utenti

Con "Tears on the Face of God" gli Eversin fanno un bel passo avanti, sia nel risultato finale sia a livello di sound, mai così cattivo sinora, nemmeno ai tempi in cui si chiamavano ancora Fuoco Fatuo.

Rispetto a "Divine Distopia" gli Eversin si ripresentano, infatti, decisamente ben arrabbiati, plasmando un Thrash Metal che sembra essere congeniale alle loro qualità, e che permette anche ad Angelo Ferrante di rendersi autore di una prova finalmente all'altezza delle aspettative.

Le prime avvisaglie si erano già avute con la stupenda copertina dell'album, e dopo le sue prime battute interlocutorie l'opener "For the Glory of Men" sottolinea l'evoluzione in casa Eversin: gelidi, spigolosi e potenti.
Se "Prophet of Peace" prosegue sulle stesse linee, lasciando, però trapelare un tocco malinconico che ricorda certe cose (le migliori... ) degli Iced Earth, si torna a pestare senza alcuna pietà già dalla successiva "Nightblaster", e per riuscirci meglio danno accoglienza al primo guest del disco, Tony "Demolition Man" Dolan (Atomkraft, Venom, Mpire of Evil).

Il suono prepotente messo in atto dagli Eversin, non preclude comunque al gruppo siciliano quella volontà di sperimentare e di creare brani articolati e mai banali, già messa in evidenza nei precedenti lavori.
Certi scatti brucianti e brutali mi hanno fatto pensare ai Nuclear Assault (come nel corso di "Nuclear Winter" o "Death Inc."), ma è con la drammatica e sofferta "The Tale of a Dying Soldier" che gli Eversin mettono in mostra tutto il loro potenziale su di una canzone caratterizzata da influenze che provengono direttamente degli eighties, dove troviamo il secondo ospite del disco, Simone Mularoni (chitarrista dei DGM ed Empyrios) che vi piazza un bel assolo.

Su "Tears on the Face of God" gli Eversin sembrano aver messo a fuoco (fatuo?) una propria identità musicale e trovato la loro collocazione all'interno della scena Metal.

Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.