Questo non è il nuovo album dei
Kylesa, previsto per metà 2013, bensì una raccolta di inediti, rarità e nuove versioni, di brani pescati lungo l’intera carriera del gruppo di Savannah, Georgia.
Phillip Cope, fondatore e fulcro della band, ha curato personalmente l’antologia in modo da ripercorrere l’evoluzione della propria formazione, dagli inizi sludge-punk alle più recenti derive psichedeliche. Chi sostiene che i Kylesa sono rimasti nel tempo immobili e ripetitivi, può sfruttare questa pubblicazione per rivedere le sue errate convinzioni. Basti confrontare l’opener “Inverse”, furiosa e viscerale, con l’ipnotico pulsare dell’inedita “End truth” o con il poderoso psycho-sludge della rivisitazione di “Bottom line”. Gustosa la cover di Drained, dei distruttivi e scomparsi Buzzov-en, ed ancora di più quella del capolavoro pinkfloydiano “Set the controls for the heart of the sun”, che ci illumina sull’anima “cosmica” degli americani.
La compilation è certamente valida ed interessante, ma pare indirizzata più ai fans consolidati che alla ricerca di nuovi ascoltatori. Questo, malgrado il buon livello dei pezzi, ne limita l’utilità.
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