Da tempo non mi capitava un lavoro così “amatoriale” nei contenuti. E mi dispiace che a presentarlo siano i torinesi
Wheels, al loro primo full lenght.
Una manciata di canzoni hard rock davvero troppo banali, che sfruttano maldestramente tutta l’ovvietà strumentale e testuale di questo genere musicale. Restando in ambito piemontese, diciamo una brutta copia dei Fil di Ferro.
Struttura dei brani scoordinata, nessuna idea che non sia riciclata, parti vocali pessime, liriche scolastiche, inglese imbarazzante, produzione scadente, e soprattutto la forte sensazione di una tecnica traballante ed embrionale. Oltretutto manca completamente sia l’energia esplosiva, sia la grinta da dirty rockers e sia l’indispensabile groove, elemento che fa la differenza tra la rilettura di uno stile esplorato da decenni ed il scialbo compitino.
I Wheels ci avranno senz’altro messo buona volontà e passione, ma queste non sono caratteristiche sufficienti quando manca tutto il resto. Altrimenti io canterei nei Deep Purple.
Si salva qualche discreto assolo di chitarra e pochi spunti qua e là, troppo poco per meritare la sufficienza. Spero che questi ragazzi non si scoraggino, ma consiglio loro di lavorare (e molto..) sull’intera proposta prima di pensare a realizzare qualcosa di nuovo.
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