Pronti per la vostra esperienza lisergica? "Drone and heavy Psych", questo è ciò che vi aspetta con
KHN’SHS (pronuncia: Chenshos), l'ultima incarnazione di Stefano Bertoli, di cui seguo le gesta artistiche fin dai tempi dei Nova Mala Strana alla fine degli anni '90. Qui siamo in territori completamente diversi: tre lunghe tracce di elettronica super sperimentale, che richiamano i pionieri tedeschi degli anni '70. Frequenze distorte dilatate all'infinito, suoni acidi e psichedelici reiterati fino ad una sorta di rito tribale, noise, post industrial... Come usare la tecnologia per creare un mantra, che, senza sillabe o parole, ne replichi però il suono, espandendosi in onde concentriche, che fanno viaggiare la mentre oltre. Un trip cosmico, che, per essere apprezzato completamente, andrebbe associato alle immagini; consigliata, quindi, la ricerca su You Tube dei video live, in cui potrete viaggiare attraverso le fantasmagorie lisergiche che lo accompagnano dal vivo. Già l'artwork del cd è esplicativo da questo punto di vista. Come unire la filosofia orientale e gli esperimenti di Aldous Huxley in Le Porte della Percezione e tramutarli in onde sonore finalizzate al raggiungimento della
trascendenza. I primi riferimenti musicali che mi vengono in mente sono: Tangerine Dream, i Throbbing Gristle più sperimentali, Cosmic Couriers e, ovviamente, Klaus Schulze. Gli strumenti utilizzati sono rigorosamente analogici, il che rende il suono caldo e materico. Se finora per voi il non plus ultra dell'estremo erano i primi Neurosis, dovreste provare ad ascoltare KHN’SHS. Non per tutti, ma la Visione superiore non è a buon prezzo.
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