Progetto strumentale e musica molto sperimentale, gli
Spaccamombu coinvolgono vari musicisti della scena extreme-noise italiana e questo è il secondo lavoro ad essere pubblicato.
Cinque brani che travalicano i generi, tracimando in un limbo dove tutto è destrutturato e qualsiasi stimolo sonoro può essere utilizzato. Quindi ci imbattiamo in un sax distorto e violentato (“Antro”), linee di basso alla Om e chitarre alienate (“Idemortos”), percussioni ossessive e noise-drone (“Assufais”), rumorismi malati e degenerazioni acid-doom (“Mountains crashing sound, Altar of Iommi”), il tutto spinto in una dimensione dove esiste soltanto l’abbandono narcotico o il rifiuto totale. Una proposta che vuole essere ostica e difficilmente penetrabile, un veloce spaccato di follìa e diversità, l’immersione in un’atmosfera straniante dove trionfa il suono informe delle intelligenze artificiali e delle catene di macchinari insensibili ed eterni.
Se nel disco, come in altri del genere, è apprezzabile lo sforzo di ricerca per un diverso rapporto con i suoni e la musica, resta la sensazione di un test di laboratorio basato su un certo autocompiacimento elitario dei musicisti stessi. Al fondo c’è forse l’ambizione di risultare il più possibile strani ed alternativi, creando una materia ermetica che solo pochi sono all’altezza (o degni?..) di decodificare. Perciò consiglio di avvicinarsi agli Spaccamombu solo se c’è la convinzione di volerli seguire nel loro difficile percorso stilistico.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?