La prima metà degli anni '90 musicalmente verrà ricordata per aver dato i natali a due generi nuovi e di assoluta rilevanza come il black metal ed il gothic metal. Quando se ne parla, si pensa sempre ai nomi più famosi, anche se sulla scia di questi sono nate tante bands più o meno minori, alcune scioltisi dopo un po' di anni, altre andate avanti, pur senza clamori. E' il caso degli irlandesi
Mourning Beloveth, nati nel 1992 e arrivati al quinto album. La capacità compositiva si è accresciuta con il tempo, arrivando a brani lunghi una media di dieci/diciannove minuti, mentre la tecnica è stata volutamente semplificata, mettendo in risalto le trame della chitarra solista e lo sviluppo ordinato delle percussioni. Permane il voler restare in una sorta di equilibrismo stilistico: non eccessivamente melodici ma neanche troppo ostici e pesanti nelle ritmiche, non l'apice della malinconia ma nemmeno di un'opposta tendenza al death. Piuttosto si va per momenti. Ecco
Dead Channel e
Nothing Has A Center, i pezzi di
Formless che preferisco (insieme a
Transmission), dove alla voce doom si alternano clean vocals di stampo power, la ritmica diventa più dinamica, la melodia esplode intensa e struggente, richiamando gli Anathema dei primi lavori.
Old Rope è più duro, aggressivo e tendente al death, anche nel growl. Strutturalmente Formless richiama molto i Paradise Lost di Gothic: riff pesanti e monolitici, lentezza ritmica, growling, cupezza. La costruzione melodica si basa sull’estensione delle partiture ritmiche che introducono armonicamente lo sviluppo della solista; quando si vanno ad intrecciare, si predilige l’utilizzo dell’arpeggio pizzicato della chitarra d’accompagno, mentre nelle altre fasi prevale la potenza del bitonale distorto. Il modo di suonare il basso, usando un’effettistica compressa ricorda i primi episodi dello svedish death.
Theories of Old Bones è vicina ai My Dying Bride.
Transmission ha una prima parte recitata su accordi di chitarra acustica, dopodiché alterna voce pulita ed una sorta di gridato; ricorda, di nuovo, i primi Anathema ed è molto suggestiva, richiamando i paesaggi nebbiosi della brughiera in inverno.
Ethics on the Precipe è il pezzo più composito, che alterna ritmi e soluzioni stilistiche diverse. Formless è piacevole e ben fatto, perfetto per questa stagione invernale. Non brilla per personalità, mantenendo i Mourning Beloveth nel novero dei gruppi minori. Quello che ci vorrebbe è una virata decisa in una direzione, melodica o dura che sia. Un estremizzare, andare oltre questa sorta di limbo compositivo.
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