Copertina 7

Info

Anno di uscita:2013
Durata:23 min.
Etichetta:Memorial Records

Tracklist

  1. FUTURE
  2. PAST
  3. PRESENT

Line up

  • Stefano - Vocals
  • Matteo - Guitars
  • Giacomo - Guitars
  • Simone - Bass Guitars
  • Luca - Drums

Voto medio utenti

Parte col piede giusto la Memorial Records, nuova label italiana sotto il circuito dell'attivissima This Is Core Music e dedita esclusivamente alla pubblicazione di album in formato digitale, scelta a mio avviso tristemente corretta dato che oramai i cd fisici, ahimè, non se li compra più davvero nessuno, dati di vendita alla mano.

Questo oltre a gettarmi nello sconforto fa sì che giustamente nascano realtà moderne che si adeguino ai nuovi trend del mercato, come appunto la Memorial Records: tra le prime uscite di questa etichetta troviamo i bergamaschi Filth in My Garage, dediti ad un melting pot impressionante tra metal, hard/postcore, noise e math, sicuramente di non facile approccio e digestione ma fatto con il cuore e specialemente con il cervello, dato che dietro ogni singolo passaggio è tangibile il lavoro della band che sia con la musica sia con i testi (ne siamo certi, non possedendoli) vogliono interpretare e recitare questo "12.21.12", data simbolo di fine di tutto e rinascita e, concedetecelo, i tre brani presenti in qualche modo lasciano trasparire un'ambigua sensazione mistica di ultimi istanti di esistenza, di redenzione, di incertezza riguardo una ripartenza che il pessimismo che trasale da "Future", "Past" e "Present" impedisce di dare per scontata.

Non avendo mai ascoltato nulla di questo quintetto prima di oggi non sono in grado di giudicare il percorso intrapreso e gli eventuali progressi fatti ma certamente questo disco dice molto sul valore dei Filth in My Garage, lucidi e schizofrenici nella prima parte di ogni pezzo, onirici e visionari sull'incerto finire, specie nella bellissima "Future" che è anche il pezzo meglio riuscito del lotto.

Tra i gruppi citati come fonte, come se ce ne fosse bisogno, troviamo The Ocean e Norma Jean, ma è nei succitati momenti di delirio finale in cui sprazzi di Alcest, Katatonia e Les Discrets si intrecciano che troviamo lo status quo dei Filth, insieme alla prestazione vocale dello schizzatissimo Stefano, di cui ci piacerebbe leggere anche le liriche, dato che in un lavoro del genere sono fondamentali.

Molto bravi, interessanti e promettenti.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.