Athanor - Darkness, Hate and Cosmic Holocaust

Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2012
Durata:non disponibile
Etichetta:Satanic Records

Tracklist

  1. SACRILEGUM (THE INVOCATION)
  2. DARKNESS AND HATE
  3. ANCIENT LIFE
  4. KINGDOM OF ETERNAL SHADOWS
  5. DEATH'S PASSAGE
  6. THALARION
  7. ATHANOR
  8. COSMIC HOLOCAUST
  9. RITUAL OF NECROTIC CULT
  10. STAVKIRKE DOESN'T BURN ANYMORE
  11. NIGHT OF WAR (SECOND GENOCIDE)
  12. A DARK REMEMBRANCE
  13. BLOOD ON BLACK VELVET

Line up

  • Lucas Demon: Bass, Vocals (backing)
  • Lord Arhald: Drums
  • Lord of War: Vocals (lead), Guitars

Voto medio utenti

Giungono al loro secondo full-lenght album i molisani Athanor, fieri esponenti dell'underground italico più marcio ed oscuro.
Il nuovo "Darkness, Hate and Cosmic Holocaust", come il titolo lascia ben intendere, è un concentrato di malignità, oscurità e dolore e conferma il talento di un gruppo che, seppur non originale, ha diverse frecce al suo arco, frecce con le quali sa lacerare la pelle e ghiacciare i sensi.

Il black metal del gruppo è debitore senza dubbio dei grandi maestri norvegesi, ma sa guardare ancora più indietro nel tempo rifacendosi, spesso, anche a gruppi come Bathory o Celtic Frost che il black lo hanno praticamente anticipato e di conseguenza inventato, e, al di là delle palesi influenze, è un black metal per certi versi "particolare" grazie ad una velata patina melodica/epica che rende le composizioni molto affascinanti.
La produzione scarna ed essenziale, le atmosfere sempre buie ed occulte, retaggio di una certa scena estrema italiana, una buona preparazione sugli strumenti, rendono questo disco molto piacevole da ascoltare e assolutamente da avere se si amano band come Von, i già citati Bathory o anche gente come Mortuary Drape e, soprattutto, primissimi Enthroned, gruppo, quest'ultimo, che più di una volta mi è venuto in mente ascoltando le tredici tracce dell'album.

In conclusione, mi piace sottolineare come l'underground, in questo caso italiano, sia ancora in grado di riservarci sorprese e musica di qualità cosa che invece, sempre meno spesso, non accade nel mondo del mainstream.
Ottimi.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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