Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:non disponibile
Etichetta:Mausoleum Records

Tracklist

  1. YOU CARVED MY NAME
  2. A LIFE IN SOLITUDE
  3. UNSHACKLED
  4. THE AGE OF RIVALRY
  5. LEFT FOR DEAD
  6. ONE CHANCE
  7. PSYCHO WARFARE
  8. REBELLION
  9. ANUNNAKI
  10. BLACK-HEAD
  11. CRUCIFIXION OF THE POOR
  12. THROUGH THE STRUGGLE

Line up

  • Pieter Nyckees: bass
  • Thibault Coosemans: drums
  • Jens Patteeuw: guitars
  • Mike Wage: guitars
  • Kenny Devos: vocals

Voto medio utenti

Ma che bella ventata di aria fresca che arriva dal Belgio! Mai avrei pensato che anche nella piccola monarchia centro-europea si potesse fare del gran bel metal..d'altronde quante band celebri possiamo contare provenienti dal paese di Vincenzino Scifo? Ben poche direi, a memoria mi sovvengono solo gli Amenra e gli Aborted..

Beh ora ci sono gli Always Fallen e a mio parere, se sapranno giocarsi bene le loro carte, sono destinati a rimanere sulla cresta dell'onda per un bel po'.
I giovani fiamminghi infatti propongono un interessantissimo mix di thrash e metalcore, sulla scia di gruppi ben più famosi quali Trivium e Killswitch Engage, soprattutto i primi. Fin dal primo ascolto di "The Age of Rivalry" infatti il paragone con la band di Matt Heafy è lapalissiano e fortissimo, oltre che spontaneo, sia per il modo di suonare della band sia per l'approccio al microfono del vocalist Kenny Devos, che lungo tutto lo scorrere del disco ricorda in più di un'occasione il sopracitato singer di origini giapponesi, sia per quanto riguarda lo scream sia per il cantato in clean.
In particolare questo disco degli Always Fallen presenta diversi paralleli con l'album più prettamente thrash della band di Orlando, quel "The Crusade" che tanto ha diviso la critica. I belgi però mettono ordine nel caos, presentando un album si di chiarissimo stampo thrash ma dove la brutalità lascia molto spazio alla melodia. Ovvio, ci sono le debite eccezioni, una su tutte la devastante title track "The Age of Rivalry" (che comunque presenta il "classico" ritornello in clean), ma per la maggior parte si tratta di composizioni ad alto tasso melodico, senza che però questo vada a inficiare sulla estrema bontà della proposta. Melodia si, ma con una dose di potenza sempre presente e un tasso tecnico davvero elevato, anche se ovviamente non paragonabile a quello dei Trivium.

Insomma in conclusione abbiamo per le mani un lavoro eccellente che, se ben supportato dall'etichetta e dai fans, potrebbe rappresentare il vero e proprio trampolino di lancio per una band giovane e dalle prospettive più che interessanti. Io ci credo, credeteci anche voi..

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 07 feb 2013 alle 10:30

Dal Belgio provengono anche i Channel Zero e i compianti Oceans of Sadness

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