Copertina 5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:85 min.
Etichetta:Century Media

Tracklist

  1. PROLOGUE: SWORN TO AVENGE
  2. CHAPTER I: THE INVOCATOR
  3. CHAPTER II: FOR I HAVE SINNED - THE PRAISE
  4. CHAPTER III: ENTHRONED
  5. CHAPTER IV: ONLY EVIL PREVAILS
  6. CHAPTER V: THUNDERWORLD
  7. CHAPTER VI: LORDS OF TWILIGHT
  8. CHAPTER VII: CEREMONIAL OATH
  9. CHAPTER VIII: THE LOST NAME OF GOD
  10. CHAPTER IX: THE BOOK OF TRUTH
  11. CHAPTER X: HELLBOUND

Line up

  • Oscar Dronjak. guitars, vocals, keyboards
  • Anders Iwers: guitars
  • Jesper Stromblad: bass
  • Markus Nordberg: drums

Voto medio utenti

Ennesima operazione di ripescaggio dal passato che onestamente stavolta faccio davvero fatica a comprendere: "The Book Of Truth", primo album dei deathsters Ceremonial Oath, esce nel 1993 e ha lo stesso impatto nel mondo della musica quanto il mio nel mondo del calcio: zero totale.

Un disco magari non brutto ma anche non degno di nota, con nessuno spunto particolare, che non si fece segnalare per impatto, per il sound, per il gusto melodico, per la ferocia...per niente in pratica. Qualche buona soluzione, qualche spunto interessante, ma nulla più a parte un disco assai acerbo e da lasciare sullo scaffale.

Sicuramente se non fosse stato per 3/4 della formazione di quel tempo questa ristampa, peraltro uscita in doppio cd con brani inediti e tratti dai demo del tempo, non avrebbe mai visto la luce: alla voce (in uno sguaiatissimo growl) ed alla chitarra troviamo Oscar Dronjak, mente dei futuri chartbreakers Hammerfall, all'altra chitarra c'è Anders Iwers (fratello di Peter, bassista degli In Flames), che tra basso e chitarra ha suonato in gruppi come Tiamat, gli stessi In Flames e Cemetary, ed al basso nientepopodimeno che Jesper Strömblad, fondatore e chitarrista degli In Flames (e tre!) e coinvolto anche negli Hammerfall come batterista nella prima parte di carriera, oggi fuori dalla band di "The Jester Race" che lo ha reso noto in tutto il mondo: insomma un bel guazzabuglio di robina!

L'unico "sfigato" è il batterista Markus Nordberg che a parte i Cemetary si è visto poco in giro...

Nonostante tutti questi nomi il disco come detto è assai trascurabile ed il death metal similsatanico dei nostri non riesce a parare da alcuna parte: come detto, è un'uscita più dettata dalla curiosità dei nomi presenti che dalla qualità della musica al proprio interno.

Con un plauso per quanto sono riusciti a fare finita l'adolescenza (erano appena 20enni al tempo...) direi che c'è decisamente di meglio in giro!
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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