I
Black Weil Brides sono fra le esigue bands emo che hanno qualcosa da dire dal punto di vista musicale. In sei anni sono diventati uno dei nomi di riferimento del genere, accaparrandosi un contratto con la Universal dopo
appena un disco; hanno collaborato con Zakk Wylde e partecipato alle colonne sonore del WWE Hell in a Cell 2011 e del film The Avengers. Ma, a causa della loro immagine e dei coretti che tanto piacciono alle radio e ad MTV, sono in pochi i non teenagers che acquisterebbero un loro disco. Invece, vi dirò, meritano. Certo, i testi sono solo un filo meno ridicoli e più seri della media del settore e non dovete attendervi un ascolto impegnato, ma easy, come se fossero i Kiss o i Poison. Però i nostri sanno suonare e Andy Biersack ha una voce potente, cupa, che nulla ha in comune con certi cantanti, che sembrano presi dallo Zecchino d'Oro.
Wretched and Divine, terzo lavoro per la band, si configura come una rock opera, incentrata sulla lotta di liberazione e rivoluzione da parte di un'associazione di ribelli, chiamata F.E.A.R., contro tutte le religioni che vogliono l’oscurantismo e la morte della scienza e del libero pensiero. L'album si snoda fra pezzi veri e propri ed intermezzi in cui F.E.A.R lancia i suoi messaggi. La musica è potente, tra metal, glam ed emo core.
I Am Bulletproof,
Nobody’s Hero hanno riff presi direttamente dal power metal, accostati a ritmiche serratissime ed i tipici refrain pop e orecchiabili. In generale tutti i brani sono costruiti intorno al ritornello, ovviamente la parte più importante in questo genere.
Resurrect the Sun riprende il riff principale di Crazy Train di Ozzy Osbourne, con una prima parte che chiama in causa i Linkin Park; la prima parte di
Lost It All richiama Hurt dei Nine Inch Nails nella cover di Johnny Cash, per poi terminare in una specie di gospel.
Devil’s Choir si rifà ai 30 Seconds to Mars. Fra metal, rock ed elettronica i Black Weil Brides non sono certo degli originali, anzi li si potrebbe accusare di rubare a destra e a manca per assemblare i loro brani. Ma, se dovessimo giudicare un gruppo per l'originalità, dovremmo cancellare almeno la metà di quelli in circolazione, in tutti i generi del metal. Questi ventiduenni hanno personalità, hanno delle buone capacità tecnico compositive e nulla in comune con gente ridicola come i Blood on the Dance Floor, a parte l'immagine. Perciò, bando ai preconcetti e dategli un ascolto... potrebbe venirvi voglia di comprarlo il disco.
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