Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:38 min.
Etichetta:Victory
Distribuzione:Get Smart

Tracklist

  1. TO WATCH YOU BURN
  2. ABANDONMENT
  3. AS WE CHOKE
  4. SUFFOCATING WORDS
  5. WILL HELL ARISE
  6. REFLECTIONS
  7. FROM MY EXISTENCE
  8. BREAK THE FALL
  9. THE FACE OF FEAR
  10. IN DYING DAYS
  11. DESIGN YOUR FATE

Line up

  • Mike Milford: vocals
  • Carlos Garcia: guitars
  • Dave Rodraguez: guitars
  • Robert Bradley: bass
  • Chris Warner: drums

Voto medio utenti

Le ultime releases della Victory Records sono tutte caratterizzate da una elevata qualità accoppiata ad un sound brutale e variegato. La conferma, dopo Martyr A.D. e Premonitions Of War, ce la danno questi Scars Of Tomorrow, ragazzi di Orange County. Questo è il loro terzo disco, il primo per l’etichetta del bulldog, e per l’occasione hanno reclutato dietro la consolle Kurt Ballou dei Converge. Ciò si è tradotto in un sound denso, magmatico, e decisamente heavy.
Tornando al sound degli Scars Of Tomorrow ci troviamo di fronte ad un metalcore brutale ed aggressivo, ma che ogni tanto lascia spazio ad accennate influenze emo e hip hop. Le ritmiche sono groovy e pesanti, granitiche nel loro incedere possente e minaccioso, il riffing è di derivazione thrash mentre le vocals sono brutali ed abrasive. Altra particolarità della band californiana è la bravura tecnica, messa in mostra nei soventi accenni ad un math-sound che rimanda ai Meshuggah meno caotici e più diretti. Le songs durano il giusto, non profondendosi mai in inutili lungaggini oltre il consentito, e ciò è a tutto vantaggio dell’impatto che è veramente micidiale.
Le influenze vanno dagli Slayer ai Converge, dai Deftones agli Hatebreed, passando per le versioni ipervitaminizzate e anabolizzate di Earth Crisis e Snapcase.
Il trittico iniziale “To Watch You Burn”, “Abandonment” e “As We Choke” è abbastanza rappresentativo della proposta della band e state pur certi che basta ed avanza per mettere alle corde anche i, tra di voi, più incalliti amanti della musica brutale che abbiano voglia di mettersi alla prova.
Se un appunto si può fare alla band è che forse il sound è leggermente ripetitivo, nel senso che le singole canzoni sono variegate, ma hanno quasi tutte una struttura simile, basata sull’assalto inveterato che alternativamente lascia spazio alle derive emo o alle vocals rappate, ciò tuttavia rende omogeneo il disco nel suo complesso.
In definitiva un disco veramente ottimo e ricco di spunti, che si fregia di un “wall of sound” notevole per impatto ed intensità e di una bravura tecnica e compositiva rimarchevole. Rabbia primordiale ed esasperata pronta per l’uso.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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