I
The Stompcrash sono una band milanese al secondo album, dopo Requiem Rosa del 2007. Il sound si assesta su coordinate dark wave con risultati altalenanti ed i dodici brani presenti ripercorrono un po' tutte le varie
sfaccettature del genere.
Awoken From Uneasy Dream e
The Leaves Begin to Fall richiamano nomi come Bauhaus, Sisters of Mercy e Joy Division;
The Black Dahlia, questa volta cantata da Daniela, si assesta sui territori eterei della 4AD, rifacendosi alla voce di Elizabeth Fraser. Memories richiama l'elettronica di Ultravox e Depeche Mode. I primi quattro pezzi sono anche i più deboli e mediocri, insieme alle anonime
Circles of Mud e
Looking Eastward. Dal quinto brano in poi i risultati migliorano decisamente.
Cold Luger riprende il neo folk dei Death in June,
Cat's Eyes la batcave energicamente rock e "pipistrellosa" di nomi come Cinema Strange. Molto belle le intense
Enemy at Your Gate e
The Only Real Thing, melodiche e romantiche, in pieno stile Clan of Xymox.
Hazel, di nuovo cantata da Daniela, con i suoi vocalizzi dissonanti e le ritmiche spigolose si rifà ad un classico come le Xmal Deutschland. Molto bella anche
Back in the Blue fra Clan of Xymox e gli Ultravox più romantici. Altalenante anche la performance vocale di Christian, a volte estremamente stereotipata, altre più incisiva e personale. Il difetto che penalizza anche nei momenti migliori è la totale assenza di personalità, quasi fosse una cover band dei vari gruppi citati. Il risultato sono brani inutili, senza segni distintivi e senza motivo di esistere. Se dovessi consigliare un percorso, sarebbe di sicuro lo stile dei tre brani, a mio avviso, più personali dell'album; sembra che la vena romantica sia quella che riesce a dare una scossa ai The Stompcrash.
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