Secondo disco per questo bizzarro combo californiano. Gli Atreyu, nel tentativo di ridefinire le regole della contaminazione, si lanciano in uno spericolato crossover, mischiando le cose più disparate. Se da un lato può essere lodevole l’intento della band di spingersi sempre più in là, anche dal punto di vista compositivo, dall’altro lato c’è da dire che tale voglia di sperimentare si riduce poi ad un sound che prende le mosse da quanto di più scontato, banale e “commerciale” ci sia nel metal e nell’hardcore. Infatti i nostri suonano una miscela, quasi mai convincente secondo la mia opinione, di death metal melodico e di emo-core, con tonnellate di melodia da far venire il diabete mellito e un singer dalla voce orribile che sembra sempre sul punto di strozzarsi quando tenta di sporcarla.
Le songs dopo un po’ stancano, anche se non durano molto in media, perché il chorus melodico/melenso è sempre in agguato per rovinare, che ne so, il bel pattern ritmico e quadrato di “You Eclipsed By Me”, oppure potete star certi che il singer con il suo rantolo soffocato rovinerà le poche melodie valide, come in “The Rememberance Ballad”.
In realtà nel disco possono scorgersi anche altre influenze, per la verità minori, ma che comunque non fanno altro che rendere ancora più stramba la proposta della band. Non faccio fatica a credere che a qualcuno possa piacere il sound degli Atreyu, di sicuro a me ha lasciato un po’ l’amaro in bocca, perché credo che la band, viste anche le proprie potenzialità, avrebbe potuto far di meglio nella scelta della direzione del proprio sound. È chiaro che qui si sta discutendo del merito della scelta del sound da parte degli Atreyu, e come tale quindi un campo che nella migliore delle ipotesi è soggettivo e di certo non di competenza di chi giudica. Lasciatemi però esprimere le mie perplessità a riguardo, perplessità che non riguardano il valore della band, che è molto buono. A risollevare, quasi, le sorti del disco arriva il pezzo finale “Five Vicodin Chased With A Shot Of Clarity” il quale, anche se per 3/4 si attesta sulla falsariga delle restanti tracce, va a chiudere con un mood sofferto ed apocalittico, molto tirato e violento. Il mio giudizio resta alquanto negativo, però ciò non preclude in chi legge la possibilità di dare un ascolto a “The Curse” e magari scoprire qualcosa di nuovo ed eccitante.
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