Secondo full-length per i thrashers
Warbeast, a tre anni dal precedente “Krush the enemy”. Il disco esce nuovamente per l’etichetta Housecore di Philip Anselmo, uno che non ha bisogno di presentazioni, ed è lo stesso vocalist che ne ha curato la produzione. Evidentemente all’ex Pantera piace assai questa band texana, che per certi versi ricorda proprio la formazione in cui il buon Phil trovò il successo, visto che li ha anche voluti come apripista per uno degli ultimi tour europei dei Down. Il quintetto ha anche suonato con gente quale Crowbar, Eyehategod, Gwar, Cavalera Cospiracy, Destruction, Goatwhore e molti altri, aggredendo l’audience con il proprio stile brutale e senza compromessi ma tecnicamente elevato.
Il leader e fondatore è Bruce Corbitt, già cantante dei Rigor Mortis, che si è circondato di musicisti veterani e certamente all’altezza della situazione. Da questo “Destroy” emerge una vicinanza con la corrente tedesca di Destruction e Sodom, per cui un thrash metal compatto, serrato e fortemente heavy. L’obiettivo è uno solo: pestare il più possibile, cercando comunque di evitare che i brani sembrino tutti uguali. Direi che i Warbeast ci sono riusciti, sempre entro i limiti del genere, grazie anche ad una certa pulizia dei suoni. Dal muro di riff spezzaossa ed assoli al vetriolo, si possono evidenziare titoli come “Nightmares in the sky”, la lunga “The day of..” e le colate d’acciaio di “Blood moon” e “War of the world”. Unica vera particolarità è la tendenza a rinunciare ai soliti testi splatter/gore, per puntare su guerre contro gli alieni, lupi mannari ed esperienze personali.
Buon lavoro, ma solo per cultori del genere.
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