Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:non disponibile
Etichetta:WormHoleDeath Records

Tracklist

  1. TIME MARCHES ON
  2. SNAKE
  3. ELECTRIC DISASTER
  4. BUILDING THE PALACE
  5. ERASING PIECE BY PIECE
  6. THE PRISONER
  7. A LIVING LIE
  8. SLAVES PLAGUE
  9. WHO IS BETRAYING
  10. 77
  11. MISSION CORRUPTED

Line up

  • Roelof Klop: guitars
  • Richard Vrijhof: guitars
  • Gerjo Fuhler: drums
  • Marijn Fuhler: vocals, bass

Voto medio utenti

Sono giovani, vengono dalle terre libere dell'Olanda e suonano un cazzutissimo death metal rivisitato in chiave moderna, con inserti thrash e un briciolo di -core. Che volete di più?

Ecco, diciamo che un po' più di cura nel songwriting magari non sarebbe guastata eh. C'è da dire che i Curse of the Forgotten, che con "Building the Palace" sono al loro esordio discografico sulla lunga distanza, hanno la scusante di essere DAVVERO giovani, con tutto il tempo di crescere e migliorare sotto ogni punto di vista, carta e penna compresi.
Le basi da cui partire però sono davvero ottime: i 4 olandesi picchiano come dannati, proponendo un death metal moderno, influenzato da riffoni thrashosissimi e inserti metalcore, che ormai vanno così tanto di moda. Roba da far scapocciare anche il più tranquillino degli ascoltatori eh!
Tecnicamente ottimi, in particolare la sezione ritmica batteria-basso, così come ottimi sono gli assoli dei due chitarristi Klop e Vrijhof, anche se spesso risultano un po' troppo fini a se stessi, non integrandosi bene con il resto della canzone. Avrei gradito un po' più di melodia, ma questi sono meri gusti personali che non vanno a influenzare troppo un giudizio che globalmente reputo decisamente positivo, nonostante canzoni tutte un po' troppo simili tra di loro e dalla struttura decisamente banalotta.

Con un po' di esperienza in più sulle spalle, sia dal punto di vista del songwriting sia da quello della pratica, avremo sicuramente a che fare con una band che potrà far parlare di se in futuro. Per ora decisamente sufficienti ma non molto di più, chissà che col secondo disco i Curse of the Forgotten non riescano già a compiere un netto salto di qualità.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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