Secondo full lenght per i nostrani
Destrage, dediti ad un thrash/death molto tecnico, con chiare influenze che pescano a piene mani anche da altri sottogeneri, assolutamente godibile e infinitamente possente. Violenza e melodia si fondono alla perfezione in un disco maturo, in grado di tenere alta l’attenzione dell’ascoltatore per tutta la sua durata.
I riff sono davvero belli, ben fatti, carichi di groove. I pezzi alternano momenti di cattiveria pura a parti lente e cullanti, riuscendo a non essere mai banali e a non stancare con inutili parti strumentali. La tecnica del combo italico, infatti, pur essendo assolutamente sopra la media viene sempre e comunque messa al servizio dell’efficacia dei brani. La voce di Paolo Colavolpe è da 10 e lode, sia nei momenti più incazzosi che quando si mantiene pulita. Altra prestazione da applausi è quella del drummer Federico Paulovich, che conduce con maestria tutta la band in assoluta scioltezza.
Difficile indicarvi quali siano le canzoni migliori, perché come anticipato in precedenza i cali di tensione davvero non si avvertono. Se volete farvi un’idea, comunque, direi che pezzi come
Double Yeah, Jade’s Place o
Home Made Chili Delicious Italian Beef (ottimo titolo) possono assolutamente indicarvi tutte le qualità dei Destrage.
Ascolto obbligato per una band che diverte e soprattutto si diverte. Bravi.
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