I tedeschi
Neaera, nome che deriva dalla mitologia greca, girano i palchi di tutta Europa ormai da 10 anni, anche se il loro nome non è, loro malgrado, uno dei più conosciuti del panorama deathcore mondiale.
Dico loro malgrado perchè i 6 album sfornati dalla band tedesca in questi anni sono tutti di buon livello e quest'ultimo "
Ours is the Storm" non fa eccezione, anzi.
Meno conosciuti dei più famosi colleghi (alcuni anche conterranei) Caliban, Soilwork, All That Remains e compagnia cantante, i Neaera propongono un deathcore altamente incazzoso e incazzato, che non punta tantissimo sulla tecnica (pur ottima, soprattutto dal punto di vista chitarristico) quanto sull'irruenza e sulla violenza, sia dal punto di vista strumentale sia da quello vocale.
E proprio sulla prestazione di
Benjamin Hilleke mi vorrei soffermare: trattasi di un vocalist davvero clamoroso, padrone di un growl/scream da far accapponare letteralmente la pelle, in grado di trasformare qualsiasi melodia in un terremoto.
I suoi compagni, come già citato, non sono da meno: un ascolto alla prima traccia omonima
"Ours is the Storm", che fa seguito all'intro
"The Deafening", è sufficiente per rendersi conto delle qualità dei tedeschi e della linea musicale che il disco si appresta a mantenere.
Ogni canzone ci viene sparata in faccia con la violenza di una tempesta, come da titolo dell'album, senza lasciar un minimo spazio alla tranquillità: per i Neaera non ci sono scialuppe di salvataggio o isole felici, solo mare roboante e schiumoso. Le varie canzoni che compongono l'album, bisogna ammetterlo, non sono così ben scritte da risultare molto differenti tra di loro, ma la potenza che ognuna di esse esprime riesce senza dubbio a distogliere l'attenzione da questo problemuccio di songwriting.
Insomma,
"Ours is the Storm" è un disco estremamente solido da parte di una band costante e coerente, che meriterebbe decisamente più attenzione di quella che gli viene concessa. Non inventano nulla, non c'è nulla di nuovo qui dentro, ma quello che vi si trova non è qualcosa che può lasciare totalmente indifferenti.
Quoth the Raven, Nevermore..
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