I “sovversivi di natura” Siege Of Hate, brasiliani e brutti come dei (metallari) brasiliani, sono autori di un grindcore primigenio, dove spesso le tematiche di denuncia e protesta prendono il sopravvento e la musica passa in secondo piano. Vecchio stile, vecchio stampo, le solite cose, urlate, strillate, il solito hardcore simil-destabilizzante, ma anche tanta tanta noia. Le cose positive di questo disco stanno tutte nel continuo senso di deja-vù col passato, che rimanda agli esordi di questa scena. Esordi che ormai si perdono nella notte dei tempi (per farvi capire, ancor prima che l’Inter vincesse il suo ultimo scudetto), e sarebbe ora di avvisare i Siege Of Hate. Il disco non è suonato male, la band offre comunque una prova onesta e dignitosa, tuttavia non vedo chi possa trovare interesse in una release simile. Un disco trascurabile di una band decisamente trascurabile. Evitatelo.
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