Passa il tempo e le band che approdano a release ufficiali sono sempre più giovani, segno che ormai il tempo della gavetta, dei demotape, delle cantine sono ormai lontani anni luce, a causa di un mercato sempre più inflazionato e aderente al modello commerciale imposto dalle major con il supporto di
Mtv, dove una band dura un trimestre e poi lascia immediatamente il posto alla "new sensation" successiva: nel metal i dischi duravano anni, decenni, vedrete che tra qualche anno non arriveremo nemmeno a 12 mesi...
Uno dei maggiori "colpevoli" di questa situazione è proprio il
metalcore, un genere che solo in apparenza è metal e che piace tanto ai ragazzini 14enni brufolosi statunitensi, che così riescono ad approcciarsi in maniera facilissima ad uno stile musicale che li rende "cool", ribelli, violenti, ma che invece sotto la patina rivela uno sputtanamento melodico degno di
Britney Spears. In realtà poi la patina è appena uno strato di carta velina poichè anche dal look si intuisce che qualcosa non va, ed i
This Melting Romance non fanno eccezione rispetto ai loro compagni d'oltre Manica o d'oltre Oceano: capelli degni dei tronisti di
Maria De Filippi, camicine bianche alla
Justin Bieber...insomma, una cosa pietosa.
PERO'.
C'è un però. Non me n'è mai fregato nulla della personalità, se una band propone musica valida a me non interessa nulla se è già stata suonata miliardi di volte in passato, altrimenti tutto, in particolar modo il metalcore, sarebbe estinto da anni.
Tre brani e dieci minuti scarsi di musica sono pochi per giudicare questi 20enni triestini, ma certo l'impressione è che siano perlomeno all'altezza del loro ruolo e di tanti altri loro colleghi statunitensi od inglesi che, tralasciando quei 4 o 5 gruppi VERAMENTE sopra la media, hanno solo il merito supplementare di un cognome anglofono.
Cosa c'è che va nei
This Melting Romance? Le melodie, anzi le linee vocali, accattivanti, easy, immediate, facili. Insomma di sicuro successo e stampaggio in mente. Il lavoro di chitarra di sottofondo a tali melodie anche, peraltro è quello il vero segreto del successo, i "piripiripiripiri" sotto che ipnotizzano e convincono in maniera subliminale.
Cosa c'è che non va? Per supportare melodie del genere, in uno stile musicale che le va a contrapporre ed intersecare a momenti crust death metal, ci vogliono delle produzioni della madonna, con 700 mila sovraincisioni e voci varie e coretti che devono presentare non sono quanti mila overdubs, per risultare poi all'ascolto così pieni, massicci, ariosi, armonici, insomma quello che si fa solitamente nelle produzioni pop di tutti i giorni e che infatti costano soldi. Come detto le linee sono buone ma vanno arricchite e pompate da una iper produzione e post produzione, altrimenti rimangono esili e fragili come le camicine sfoggiate dalla band.
Inoltre, visto che la band non sembra avere una così agile padronanza della musica estrema, tenderei ad alleggerire i momenti estremi visto che spesso appaiono forzati, fuori luogo, inopportuni, cosa che accadeva anche ai rinomati
Attack Attack!, ed eliminare del tutto quelli in cui allo scream si sostituisce il growl, che poi in bocca ad un
John Tardy fa paura, se esce dal buon
Filippo Fragiacomo insomma... è come se io dichiarassi di voler far un film con
Rocco, assai poco credibile.
Insomma, le parti melodiche sputtanate vincono di brutto: dedicategli maggior spazio e tempo.
In definitiva, un debutto fin troppo breve ma che ci può stare: ora vanno migliorate le cose che funzionano e limate le imperfezioni, ma per una band italiana di 20 anni alle prese col metalcore niente male. Il problema sarà rimediare una produzione stellare con budget ristretti ma il giochino del metalcore sta tutto qui, nel sound, e ve la siete voluta voi d'altronde.
Col metal era tutto molto più facile, col punk addirittura basta il primo amplificatore che trovate. Questione di scelte.
Ovviamente ne stiano alla larga chi non sopporta il metalcore tout-court.
E questo look
DAVVERO inguardabile.