Yawn... Possibile che mi sia appisolata? Non pensavo che Trent intendesse
Welcome Oblivion in senso letterario, invece questo album è meglio della camomilla. Ho letto in giro recensioni piene di paroloni, che analizzano l'ultima fatica del mastermind dei
Nine Inch Nails come se fosse uno studio universitario, per cercare le motivazioni creative nella sua complicata testa. In realtà, le cose sono molto più semplici e riassumibili brevemente. Il terzo lavoro degli
How To Destroy Angels è noioso, sterile ed inutile esattamente come il suo predecessore. Già il fatto che questo progetto sia stato messo nel cassetto e ritirato fuori come tappabuchi, per ammazzare il tempo mentre i NIN erano stati accantonati (pare momentaneamente, dato che è stato annunciato un nuovo tour per i prossimi estate/autunno e per il 2014) fa capire la scarsa importanza che riveste per il suo creatore. Il che non lo esime dal fare un buon lavoro, dato che qualcuno potrebbe spendere dei soldi per comprarlo. Invece le tredici tracce presenti "tracce" lo sono nel vero senso della parola, abbozzi di canzoni, come quando si buttano giù delle idee, strimpellando e canticchiando per tracciare le linee melodiche. Solo che, trattandosi del genio dell'elettronica, anzichè gli strumenti è stato utilizzato il computer. A metà fra Portishead, dub, lounge i brani restano curiosamente sospesi, incompiuti, del tutto sterili e privi di significato. Mariqueen, la moglie di Reznor, non spreca nemmeno un una grammo delle sue capacità e canta nella maniera più asettica possibile. Solo in due casi all'inizio sembra che ci sia un maggior impegno compositivo, ma le speranze vengono disattese:
Strings and Attractors è un brano etereo, affine alla cold wave, su cui Mariqueen canta con voce eterea; la
title track, dalle reminiscenze industrial NIN e dai suoni più cupi, in cui la voce femminile, filtrata, arriva ad assomigliare a quella del marito in dischi come Pretty Hate Machine o Downward Spiral. Qui prodest? A chi o a cosa serve una cosa del genere? I fan dei NIN non lo compreranno e cominceranno anche a chiedersi se Trent, colonne sonore e remix di lavori altrui apparte, sia in crisi creativa; nuovi fan di sicuro non ne guadagnerà. Diciamo che, se si tratta di un tentativo di esplorare nuovi generi musicali ed allargare gli orizzonti artistici, c'è ancora da lavorarci sopra.
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