Quanto tempo è passato da quel "
In Memoria Temporis", seconda opera degli
S.R.L. uscita nel 2004, che fu il disco tramite il quale venni a conoscenza di questa band umbra, al tempo "cugina" per così dire di un'altra formazione che mi ha sempre entusiasmato molto, ovvero i
Subliminal Crusher.
Tornando agli S.R.L., "
De Humana Maiestate", il loro quarto album, rappresenta una sorta di ritorno dopo una pausa di circa quattro anni ed esce a fine 2012 (spiacenti per il ritardo!) per la
Revalve Records: il concetto portato avanti da Jerico e compagni non è cambiato, così come le affermate abitudini di affidarsi al latino per il titolo ed alla lingua italiana per i testi, seppure non di semplice ed immediata acquisizione a causa del cantato estremo.
Anche musicalmente "De Humana Maiestate" è il naturale proseguio di quanto fatto in passato, ovvero un roccioso thrash metal sul bilico del death metal, anche a causa dell'ugola cartavetrata di
Khaynn, davvero letale dietro al microfono sebbene a volte la sua prestazione possa risultare un po' monocorde sulla lunga distanza a causa di uno scream acutissimo e persistente.
Il sound è ("come sempre", mi verrebbe da dire) assai curato, con una produzione decisamente sopra le righe che conferisce una notevole potenza ad ogni strumento, con una particolare menzione alle chitarre, davvero devastanti ed abrasive: come in piena scuola SRL si miscelano in gran quantità momenti più melodici di scuola svedese ad altri riff letali old school thrash che richiamano gli
Slayer dei bei tempi, creando un bel mix sempre appassionante ed affatto stancante (anche grazie al notevole numero di cambi di tempo, accelerazioni e slow-downs), come nella bella "
Cicatrici" che si segnala tra i brani più riusciti del lotto, così come la burrascosa "
Il Girotondo dei Dannati", che sembra essere stata scritta per mietere vittime sotto palco, e "
Le Ali del Corvo". Qualche lieve cedimento sul finire del disco ("
Ricordatevi di Jack") ed una certa eccessiva monoliticità dei brani che tendono ad essere un po' troppo univoci mi fanno preferire a questo nuovo capitolo il bellissimo "
Mutatio et Maestitia", che solo per la tripletta "
Melma", "
La Sentenza" e specialmente "
Il Canto della Devastazione" meriterebbe l'Oscar alla carriera.
Rimane in ogni caso un altro buonissimo capitolo nella discografia degli S.R.L. che confermano, con un'eccessiva pausa tra gli ultimi due lavori, di essere una band più che preparata ed affiatata che senza timori di prevenuti accantonamenti a causa di un approccio a dir poco estremo (le vocals di Khaynn in questo sono una "garanzia") prosegue con grandi qualità il proprio cammino artistico iniziato ormai più di 20 anni fa.