Copertina 7

Info

Anno di uscita:2004
Durata:40 min.
Etichetta:Motorwolf
Distribuzione:Brainstorm

Tracklist

  1. LONELY CHILD
  2. NO TIME TO WASTE
  3. I’M A MAN
  4. AIN’T NO WAY
  5. H-THEME
  6. WHAM BAM THANK YOU MA’AM
  7. POPULATION III
  8. HEY MAMA

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Tre Olandesi parecchio sconvolti, per i quali la musica è nata ed è irrimediabilmente finita con Hendrix, Cream, Blue Cheer e compagnia, sebbene loro negli anni ’60-’70 non vi siano neppure nati. Gente talmente fissata per l’epoca da mettere il 1971 come data di pubblicazione del loro secondo album, ovviamente in realtà registrato nel 2003 e distribuito ora nel nostro paese tramite il solito canale Ligure, seguito di quel “Homo erectus” passato completamente inosservato qui da noi ma di buon successo di critica e pubblico nei Paesi Bassi.
Sin dal titolo del disco gli Orange Sunshine chiariscono che le loro fonti ispirative sono l’acido e lo spazio, qui inteso come viaggio psichedelico della mente, le quali si integrano perfettamente con la devozione al sound del remoto passato, così la loro proposta non può che rispecchiare tale filosofia vintage.
“Ultra-acid-fuzz-rock-blues” per chi piacciono le definizioni fantasiose e magniloquenti, in pratica un disco che ha la sua forza nella viscerale energia free-rock che scorre come un fiume impetuoso all’interno di episodi che sono vere e proprie gemme di rivisitazione storica.
Esplosivi e nervosamente dinamici infatti brani scolpiti nella tradizione come l’arcaico psych-rock “Lonely child”, il grezzo rockblues “I’m a man” strabordante di torrida armonica, oppure rauchi proto-hard quali “No time to waste” o la mastodontica “Hey mama” che nei suoi quindici minuti psycho-jam ci regala perfino uno sterminato assolo del drummer/vocalist Guy Tavares, rieccheggiando idealmente gli Iron Butterfly e la loro opera più famosa.
Conosco pochi gruppi in grado di ricostruire l’atmosfera di quel periodo con tale precisione, unendola però alla personalità ed alla freschezza d’idee. Mi vengono in mente 500ft of Pipe, Core, Gorilla ed i Baby Woodrose ed ancora i nostri classicissimi Standarte, con i quali c’è ulteriore analogia nella presenza inusuale di un batterista-cantante, ma gli Olandesi sembrano veramente bloccati in una bolla spazio-temporale tra solismi pirotecnici e tossicità a livelli di guardia. Musica refrattaria a qualsiasi modernità, coscientemente e sinceramente retrò, che non appartiene comunque alla tanto vituperata filosofia hippie del “peace and love” ed al cantautorato sessantiano dell’impegno sociale, visto che i padri spirituali dei tre tulipani acidi sono gente come Mc5, Groundhogs o ancora meglio Stooges, con il loro suono fragoroso ed urticante ed il loro spirito garage-punk “ante-litteram”.
Non vi avvicinate a questo disco se non siete cultori dei tempi antichi, se misurate la durezza del rock in base a riffs tutti uguali ed allineati come soldati in parata, se non vi eccita quel senso di stravolgimento ipnotico che si prova immergendosi in una jam psichedelica della quale conosci l’inizio ma non puoi prevedere la fine. Per essere di moda gli Orange Sunshine sono in ritardo di tre decadi, ma io spero ugualmente che qualche irriducibile nostalgico vada alla ricerca del loro album perché nella sua bizzarra dimensione fuori tempo è un piccolo gioiellino d’originalità.

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.