Quando leggi nella info sheet allegata al promo che la band unisce il death metal a Steve Vai, in genere sono tanti i pensieri che ti vengono in mente, ovvero o pensi che il disco sia una immane cagata oppure nel migliore dei casi la tua espressione assume una smorfia di profonda perplessità.
Ammetto di esser stato in preda ad ameni dubbi circa la band polacca, qui al terzo disco. Tuttavia i dubbi sono stati ben presto fugati dall’ascolto del disco il quale, sebbene lontano dalla soprastante descrizione (la solita esagerazione delle labels), è comunque risultato piacevole e ricco di spunti.
La cosa più difficile quando si tenta ardite sperimentazioni è trovare l’amalgama tra le diverse componenti e cercare di esaltarle per le loro caratteristiche, senza perdere di vista il risultato finale. Ciò non è riuscito appieno agli Esqarial in quanto spesso, nelle loro composizioni, l’inserimento di un assolo o di un virtuosismo chitarristico compromette la struttura della song, mandando a farsi benedire la brutalità tipica del death metal, il quale, in questo “Inheritance”, raramente raggiunge le vette di violenza ed intensità che gli dovrebbero essere consone. Molto spesso più che al tipico death metal sembra di trovarsi di fronte ad una rivisitazione dal forte retaggio thrash degli stilemi swedish di inizio anni ’90. Ciò non necessariamente è un male, tuttavia spesso le composizioni risultano poco emozionali e lontane da quella alchimia che dovrebbe farle risultare (av)vincenti. Certo, Bartek Nowak è davvero un gran chitarrista e si da più di una pena per dimostrarlo lungo le undici tracce del disco, arrivando perfino a coverizzare, in chiusura, “Fire” di Jimi Hendrix.
L’impatto melodico in certi frangenti è notevole, ma viene comunque sminuito da un cantato brutale e monocorde, il quale o stona (nel senso che suona male) esso stesso col resto della song oppure fa stonare la melodia con il resto della song stessa. Una song come “The Source Of Constraint” è esplicativa di quanto dico.
La proposta degli Esqarial è interessante nei presupposti ma alla luce dei fatti secondo me non raggiunge gli obiettivi prefissati, pur restando comunque sempre molto buona e ben suonata.
Il deathster in cerca di impatto e brutalità rimarrà deluso da questo “Inheritance”, tuttavia gli amanti della musica suonata bene, ma senza eccessive pretese, potranno anche trovare diletto in questo disco.
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