Devo ammettere che mi ci sono voluti diversi ascolti per avere un giudizio globale stabile su “
Dies Irae” dei liguri
Carved. Ad un primo passaggio nel mio stereo era passato abbastanza inosservato, senza lasciarmi particolarmente colpito. Ma ho dovuto presto ricredermi.
I
Carved arrivano al debutto su
Bakerteam Records dopo una demo omonima di tre tracce uscita nel 2010, della quale 2/3 dei brani vengono ripresi in questo “
Dies Irae”. Nove tracce di
death metal gotico e
sinfonico, dove a far da padrone è l’ottimo lavoro del tastierista
Mattia Nuti, che tra tappeti di archi, passaggi sinfonici e un utilizzo del sintetizzatore più “
elettronico” e moderno, ha il pregio di esser protagonista senza sovraccaricare il lavoro di eccessivi barocchismi, ma, anzi, lasciando ampio spazio alle massicce chitarre che spesso, in altri dischi stilisticamente simili, vengono relegate in secondo piano, smorzandone così l’aggressività e la pesantezza.
L’amore per i
Dark Lunacy è ben evidente, specialmente in brani come “
The Perfect Storm”, anche se ho trovato i
Carved più immediati e meno classicheggianti, meno raffinati negli arrangiamenti (credo per una precisa scelta stilistica e non per inesperienza). Qua e là si odono echi dei primi
Crematory, di cui è un esempio lampante “
Enter the Silence”, che sembra scritta dalla band tedesca durante gli anni d’oro (quelli di “
Illusions”, tanto per capirci). Ben inserite le
voci femminili in “
At the Gates of Ice”, che strizzano l’occhio ad un
gothic rock virato verso una componente più
pop.
Eccessivamente lunga l’introduzione “
Dies Irae (Praeludium)”, un preludio di 4 minuti che io avrei nettamente dimezzato per non rischiare di scadere nello sbadiglio. Decisamente più interessante l’ultima canzone “
Black Lily of Chaos” che riprende un po’ tutti gli elementi che caratterizzano “
Dies Irae”: una sinfonia toccante e malinconica, passaggi acustici e un pianoforte che precede l’esplosione del crescendo conclusivo.
Per carità, magari non brillano per originalità, in fondo non hanno inventato nulla di nuovo, ma il risultato finale è convincente e ben al di sopra della media. Decisamente un ottimo inizio. Non è un caso che i
Necrodeath li abbiano scelti come supporto nel loro tour europeo per il venticinquennale d’attività.
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