A leggere la scheda di presentazione di questo “II”, ci sono questioni di stile e una spiccata esuberanza compositiva dietro ai
Project Czar, ulteriore valvola di sfogo espressiva di Ivan Perugini, noto per la sua militanza nei Sun King.
In realtà, è più probabile che sia stata la seconda delle succitate motivazioni a pesare maggiormente nella scelta di mettere in piedi questo nuovo progetto, dacché buona parte delle suggestioni ispirative della band “madre” sembrano essere state trasferite anche al
4-tks in analisi, sebbene, magari, in proporzioni leggermente differenti.
Parlo dell’
hard-rock e del
metal britannico, quello di The Cult e (primi) Judas Priest, ma anche di un pizzico di Bowie (ascoltate attentamente l’
opener “Gimme all” e, in qualche modo, li ritroverete tutti, mentre il
R n’ R “Am I alive” sembra assorbire soprattutto la prima delle influenze …), uno dei presumibili modelli vocali del bravo Ivan, assieme al vate Ian Astbury - e di entrambi eravamo già eravamo a conoscenza - e all’accoppiata Layne Stanley / Glenn Danzig che invece alimenta inaspettatamente la scura “Falling star”, l’autentica sorpresa del dischetto.
E’proprio questo il brano più stuzzicante di “II”, capace di svelare un lato effettivamente abbastanza
inedito dell’indole artistica del nostro, piuttosto a suo agio nell’intridere di
pathos caliginoso una linea melodica davvero suggestiva e inquieta.
Interessante, invero più nelle intenzioni che nella reale concretizzazione, appare infine, “In signo tauri”, impreziosito dalla partecipazione della cantante lirica Ilva Bassi (nell’
intro … un po’ avulsa da contesto …) e dall’ex
vocalist dei Centvrion Germano Quintabà: un numero
hard n’ heavy, tra Scorpions, AC/DC e Priest discretamente efficace e tuttavia bisognoso di una migliore calibrazione armonica e canora.
Il giudizio sul Project Czar si allinea, pertanto, in sostanza, a quanto espresso a suo tempo sui Sun King … un buon gruppo ancora in cerca di quel guizzo di personalità e di quel “qualcosa” d’imponderabile che possa riuscire a fare veramente la differenza … che li possano trovare protendendo lo sguardo verso “l’abisso”?
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