Iniziamo per una volta dalla fine: "
Count Of Casualty" è davvero un buonissimo EP, che convince sin dal primo ascolto, che non si sputtana con facili e banali melodie ma che ne fa un giusto uso, sapientemente miscelate con i canoni del buon vecchio hardcore, rabbia, impatto, deflagrazione.
Nati lo scorso anno dalle ceneri dei
For The End, una hardcore band perugina, i
Brave iniziano col piede giusto e vanno a Roma, presso gli
Hell Smell Studios, a registrare la loro prima testimonianza, subito lanciata dall'attenta ed in gamba
This is Core Music.
La biografia cita tra le influenze ed i gruppi di attinenza realtà moderne come
The Ghost Inside, Champion, Betrayal o Startoday; nulla da obiettare, ma la prima cosa che mi è venuta in mente dopo i primi secondi dell'opener "
No Mercy No Freedom", sono stati i
Biohazard di "
State of the World Address", quelli leggermente più commerciali, quelli che usavano molto abilmente dei cori per enfatizzare il tutto, anche se qui la parte rap/parlata è totalmente assente, rimpiazzata da uno scream raramente intervallato da interventi meno estremi (e, a nostro avviso, più azzeccati come nel finale di "
Hereafter") ed i tempi sono assai più veloci ed incazzati, come nella conclusiva "
Regression" forse l'episodio migliore di questo impeccabile EP.
Ognuno dei cinque brani presenti mostra grande sicurezza ed abilità specialmente in fatto di coinvolgimento: l'hardcore non è una musica "cerebrale" ma non è detto che sia facile tirare fuori dei riffs aggressivi e che funzionino, basta vedere le porcate partorite negli ultimi anni anche dai caposaldi mondiali di riferimento. Ebbene i Brave riescono in questo difficilissimo compito assai semplicemente e non vediamo l'ora di ascoltarli sulla lunga distanza.
E adesso vado a rispolverarmi "
Tales from the Hard Side"...
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