Ma che meravigliosa sorpresa!!!
Tutto avrei pensato tranne di ritrovarmi nel 2013 di fronte ad un nuovo disco degli svedesi
Memory Garden, usciti alla ribalta quasi 20 anni fa (era il 1996 ed il sottoscritto iniziava a collaborare con
Metal Shock) con il loro debut album "
Tides", seguito nel giro di un paio di anni da quello che è tuttora il loro lavoro più diffuso e conosciuto, ovvero "
Verdict of Posterity", edito dalla Metal Blade.
Un terzo capitolo "
Mirage" uscito nel 2000 sempre per Metal Blade prima di un lungo oblio durato ben otto anni che li ha divisi dal loro quarto cd intitolato "
Carnage Carnival", che non abbiamo mai avuto modo di conoscere nè tantomeno di ascoltare, forse anche a causa della label
Vic Records poco o nulla promossa perlomeno qui in Italia.
Ed eccoci nuovamente qui, dopo cinque anni, con un trionfale ritorno a casa madre, ovvero quella
Metal Blade che dopo il primo disco li consegnò al pubblico più ampio e che oggi ha l'onore di pubblicare questo "
Doomain", un nuovo lavoro nel segno della tradizione e della continuità.
I fondamenti nonchè fondatori della band, rappresentati da
Stefan Berglund alla voce e
Tom Björn (ex
Memento Mori) alla batteria presenti in ogni capitolo dei Memory Garden, sono tuttora al loro posto insieme a
Simon Johansson alla chitarra e
Johan Fredrikson al basso, con l'unica novità rappresentata da
Andreas Mäkelä all'altra chitarra.
Il "poco" doom metal dei nostri, o se volete il classic metal talvolta rallentato dei Memory Garden ha come sempre dalla sua una grande maturità, una classe innata, un senso delle composizioni assai articolato e ben congegnato, che da una parte assicura grande longevità ai brani una volta assimilati, dall'altra indubbiamente crea un ostacolo ad un'immediata e semplice acquisizione degli stessi. Una musica assai adulta e strutturata fin nei minimi particolari, solenne, evocativa, aggressiva, melodica anche grazie alle vocals stentoree di Berglund, vero mattatore e dominatore della scena, un mix - per chi non lo conoscesse - tra gli stili di
Fredrik Sjöholm,
Tomas Vikstrom (ascoltate "
Violate & Create" e stupitevi!) e
Robert Lowe, pur senza raggiungere i picchi e le estensioni di quest'ultimo.
Da segnalare la produzione di
Dan Swano nei suoi
Unisound che funziona alla perfezione, ma anche in passato, tra
Fredrik Nordstrom nei
Fredman e
Mike Wead negli
XTC, su questo punto i Memory Garden non si sono mai fatti mancare nulla.
"
Doomain", senza scomodare aggettivi e parole fuori luogo come "meraviglioso" o "capolavoro", è davvero un buonissimo disco, un ritorno graditissimo ed un vero regalo per tutti gli amanti di un doom energico, molto più legato all'anima metal dei
Candlemass che a quella rock dei
Black Sabbath.
Consigliatissimo!