E’ evidente che la scena retro-doom internazionale sia da qualche tempo una delle più vivaci dell’intero panorama del rock duro. Le uscite si susseguono ormai a ritmi sostenuti, ed il pericolo è quello solito: saturazione ed inflazionamento del filone. Anzi, per alcuni siamo già oltre i livelli di guardia, ed io temo di essere tra questi.
La mia “fortuna” è che perfino ad un portale di primo piano come il nostro arriva solo una parte, nemmeno tanto grossa, del materiale prodotto, inoltre quello che giunge al sottoscritto è stato già “filtrato” da diversi colleghi. Quindi non deve stupire se mi capita spesso di parlare bene (
con la giusta moderazione, si sarà notato che non sono generoso coi voti…nda) delle band che spuntano come funghi ognidove.
E’ il caso dei norvegesi
Devil, che hanno già realizzato alcuni lavori per la Soulseller Rec. guadagnando una certa attenzione underground. Ispirati dai soliti numi tutelari, ma anche dalla Nwobhm più oscura e dal metal primi anni ottanta, ci presentano un corposo album sicuramente al livello dei recenti lavori di Pagan Altar, Year of the Goat, In Aevum Agere, ecc.
Ultraclassica l’accoppiata iniziale “Southern sun”/”Beyond the gates”, lunghi brani che trasudano riferimenti settantiani non solo ai soliti Black Sabbath, ma anche a Pentagram e Black Widow. Tempi medi carichi di tenebra, buon groove melodico, songwriting testato a lungo in sede live, ed un cantante dal “vibe” particolare, sono le caratteristiche migliori di questo quintetto di musicisti che vantano numerose esperienze passate. Comunque i Devil non sono monotematici, infatti non disdegnano pezzi meno cupi e più propriamente heavy rock come “They pale” o “Darkest day”. Non a caso dichiarano orgogliosamente che la loro musica è fatta di “riff made of whiskey, wood and wild women”. Però amano bazzicare anche l’occulto, cosa che emerge dall’intero lavoro, con citazione particolare per “Mother Shipton pt.I & II” che recupera ed elabora la leggenda legata ad una lontana ed arcana storia di stregoneria e profezie.
Decisamente un buon disco, che dovrebbe piacere anche a chi segue nomi come Witchcraft, Saviours, Svolk, ed altri simili.
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