Probabilmente l'unico modo per valutare in maniera corretta il percorso che i
Combichrist sembrano aver intrapreso con Making Monsters è attendere il prossimo disco. Nell'album del 2010 la band è passata dall'aggrotech per cui è famosa ad una contaminazione fra elettronica e metal, che si avvicinava al Rob Zombie di Hellbilly Deluxe ed ai Rammstein, pur senza allontanarsi in maniera eccessiva dai suoni sintetici.
No Redemption è nato per essere la colonna sonora del nuovo
Devil May Cry e mostra un totale allontanamento dall'elettronica, per immergersi in sonorità industrial metal e groove metal. Ora, se inteso semplicemente come tale e, magari, ascoltato con le immagini del videogioco davanti (cosa che io ho fatto, dato che ci ho giocato), questo nuovo lavoro ha un senso: si adatta perfettamente alle ambientazioni e vive di quelle. Ma se dobbiamo anche considerarlo a tutti gli effetti un nuovo capitolo nella discografia ufficiale dei Combichrist, il discorso cambia. Making Monsters è un signor album, che non sfigura accanto ai quattro stupendi dischi che lo precedono. No Redemption è qualcosa di cui Andy La Plegua non può vergognarsi solo se inteso come lavoro a scopo ludico, su commissione. Musica piatta e assolutamente stereotipata, con chitarroni pompatissimi ed una sezione ritmica monolitica e ripetitiva: un voler fare intenzionalmente gli americani coatti, aggravato da composizioni futili e adolescenziali, che potreste trovare anche su un qualunque Need For Speed (il videogioco e il rispettivo film). A rendere ancora peggiore il confronto è il secondo cd presente nell'edizione speciale, dove sono presenti alcuni dei loro classici, come What The Fuck Is Wrong With You, Electrohead, Sent To Destroy o Throat Full of Glass, che persino remixati sprigionano tutta la loro magnificenza e riescono, questi sì, a farti sentire selvaggio e "senza redenzione". Voglio sperare che la pochezza di No Redemprion sia contingente al motivo per cui è nato. Vi consiglio, invece, il nuovo Devil May Cry, vi regalerà svariate ore di divertimento sopra le righe e, qui sì, magnificamente coatto.
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